martedì 21 gennaio 2020
Basta sprechi neggli aiuti
Leggevo di una mamma con tre figli piccoli, sfrattata e gettata sulla strada. Ha un contratto di lavoro a 400 euro al mese. Il comune (non importa il nome sono tutti uguali), ha ritenuto "superato" il periodo di aiuto.
Oggi la bontà è il business dei privati che tra navi recupero, e case famiglia, si interessano dei poveri del mondo. Questo "amore verso il prossimo" costa miliardi allo Stato e ai Comuni Italiani, ma in questo settore sembra che il termine "tagli" non interessi ai ligi controllori delle spese pubbliche.
Non sono per il taglio ma sicuramente per un modo diverso di spendere i soldi.
200 euro al giorno per un bimbo in "Casa d'affari bontà", ma c'e' chi parla anche di 300/400 euro al giorno non sono poche e garantirebbero sicuramente un aiuto a diverse famiglie aventi bisogno d'aiuto. Certo non "mangerebbero" i privati del "bisogno pubblico" ma si favorirebbero le famiglie.
I Comuni dovrebbero aiutare le famiglie con programmi sociali atti a privilegiare l'aiuto e non certo i professionisti dell'aiuto, siano essi di Chiesa che Privati o Cooperative.
Una parte del patrimonio residenziale dovrebbe essere destinato alle madri in difficoltà e alle famiglie con problemi. Si tratta solo di fare delle scelte a livello Nazionale e Regionale e spostare le enormi cifre usate per il business della carità (che rende) alla socialità vera che permette una vita decente per tutti.
Nello Alessio
Difesa Sociale
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