martedì 28 gennaio 2020

AGSM Svenduta a A2A?





In pratica si svenderebbe ai lombardi un'azienda veronese che aiuta di fatto non solo l'economia ed il lavoro dei veronesi, ma anche il comune con i suoi introiti.
Tagliamo ancor più sottile, la medesima cosa è successa a Brescia dove nel giro di un anno "è saltato fuori" che vi sono centinaia di esuberi e che ovviamente serve sfoltire i dipendenti.
E' un classico delle acquisizioni delle aziende "che sanno fare utili" per loro ovviamente e non per la città e i propri dipendenti. perché l'amministrazione più "fascista" d'Italia usa metodi così strani e antisociali?
Perché non si mette sul mercato l'azienda ed ovviamente s'incassa meglio e di più?. Dato e non concesso che il bene per il comune e la città sia quello?
Si sono decisamente fortunati che Nicola Pasetto non sia in consiglio comunale, stavolta non lancerebbe topolini bianchi, bensì pantegane addestrate.
Come dicevano i nostri padri romani (antichi): Cui prodest? l'affare di AGSM?
Forse troveremo qualcuno ben piazzato in qualche CDA di A2A? o forse dirigente o simil tale in qualche azienda vicina sempre ovviamente del giro A2A?
Bello sentirli parlare di "interesse per Verona" e vederli vendere la " cassa del comune"
Nello Alessio
Difesa Sociale

lunedì 27 gennaio 2020

Il cambiamento:



Per cambiare con "la cabina elettorale" occorre una sinergia tra politici e la gente, sinergia non basata sugli interessi da spartire, ma sulle cose da togliere e quelle da fare.
Abbiamo uno Stato schizofrenico con leggi e poteri in lotta tra loro, oggi non si sa se è giusto fare il criminale o se è giusto fare il poliziotto. In ogni ambito e categoria c'e' sconcerto e confusione e ovviamente questo è il regno delle prerogative dei furbi e dei maliziosi.
La politica deve intervenire non con battute e parole d'ordine, bensì con proposte chiare che tolgano le leggi che ostacolano il lavoro, la sicurezza e la giustizia. Abbiamo un apparato legislativo vergognoso pieno di leggi che spesso servono solo ad ostacolare altre leggi.
Una Destra moderna e all'altezza dei tempi doveva già da tempo indicare le leggi da togliere e sostituirle con quelle che servono per il bene dell'Italia e degli Italiani. Certo si tratta di guardare anche certe leggi fatte o votate a destra che con la sicurezza degli Italiani, o con i diritti dei cittadini Italiani, devono essere tolte dell'ordinamento giuridico.
Basta "rivoluzioni" da campagna elettorale e si a autentiche proposte che devono rappresentare diritto e giustizia.
Nello Alessio
Difesa Sociale 


elezioni regionali



Il bello della politica:
E' sicuramente complicata e con mille sfaccettature alcune considerate inferiori che però rovesciano pronostici e programmi. In Emilia Romagna è indubbio che le "sardine" abbiano attirato la roccaforte rossa in "se stessa". Gli elementi psicologici in politica possono essere più importanti della realtà.
Il collante dell'antifascismo a cui nessuno ha mai imputato i guai e l'attuale distruzione dell'Italia, era e rimane un collante forte, quasi mistico.
Forte e quasi mistico l'antifascismo perché i cosiddetti nemici dello stesso non gli hanno mai imputato le leggi, le opere, i ladri, i criminalità politico sociale e civile con cui hanno ridotto l'Italia d'oggi.
Ovvio che queste "ventata" improvvisa seppur pagata e alimentata dal potere reale della regione, ha svegliato e riportato in superficie gli uomini e le donne di sinistra di quella regione. Il forte astensionismo precedente (di sinistra), è stato richiamato a "messa", quindi a votare per salvare la "religione" della regione; religione completa che contempla sia il misticismo antifascista che l'economia reale di quasi tutti in quella regione.
Nello Alessio
Difesa Sociale

sabato 25 gennaio 2020

apparenti paradossi



Paradossi storici?
Penso al filosofo comunista Armando plebe "catturato" da Giorgio Almirante, penso a Nicola Bombacci, fondatore del PCI e morto con il suo vecchio compagno socialista Benito, solo i gretti non riescono a far "innamorare" l'avversario a delle idee.
 Quelle idee "spaccarono" le famiglie a cominciare da quella di Gramsci: uno a sinistra come Vate politico, il fratello nella RSI. In moltissime famiglie questo avvenne tra fratelli o padri e figli. Anche per questo sarebbe ora di smettere con l'odio (oggi Artificiale), che accontenta solo le pance dei cretini che nemmeno conoscono le immane tragedie di migliaia di famiglie divise. Non c'e' città o paese che non abbia provato queste divisioni e solo la Pietà ed il rispetto verso chi ha patito, dovrebbero essere sufficienti a calmare gli spiriti.
Almirante stesso ha salvato una famiglia di Ebrei ed è a sua volta stato salvato. L'Italia è la Nazione dei paradossi, a chi obbedivano i carabinieri a Roma quando è stato fatto il primo rastrellamento contro gli Ebrei?. A quale governo visto che il governo dell'innominabile era stato tolto dal vero detentore del potere: Re Vittorio Emanuele 3°. Infatti al 25 luglio dopo il voto del Gran Consiglio il Re tolse l'incarico di Primo Ministro a Mussolini. Sempre riguardo ai "paradossi" che dire dei tanti Fascisti che salvarono le vite agli Ebrei, conosciuti e scritti nel memoriale di Gerusalemme?. Essi da quel che risulta non hanno mai rinunciato alle loro idee, al contrario di certi antifascisti di AN confluiti poi in Fratelli D'Italia.
L'assioma che uno per essere di Destra Sociale o essere Socialista Nazionale debba essere contro qualcuno è una stronzata per chi per vivere ha bisogno di nemici. Certe idee esistono per creare e non per essere contro.
Riguardo alla Signora Segre mi è piaciuta quando ha invitato i giovani a pensare con la loro testa e quando ha detto ai partigiani che anche i Fascisti hanno diritto ad avere un fiore sulle loro tombe. Per qualcuno sembra poco? per me sembra un universo in mezzo a tanta cattiveria e stupidità inutile.
Nello Alessio
Difesa Sociale

venerdì 24 gennaio 2020

PM10 se lavassimo le strade?



Riguardo all'inquinamento vi sono città talmente masochiste, come Verona da ospitare una acciaieria a nemmeno 500 metri lineari da Piazza Bra, e questo la dice lunga sulle idee e la volontà di contrastare l'inquinamento. Vi sono però delle soluzioni talmente semplici che cozzano contro le miserevoli teste dure della burocrazia italiana. A Stoccarda (Germania) hanno triplicato il lavaggio delle strade urbane ed hanno ottenuto un calo medio delle polveri sottili del 60%.
Certo occorre sapere quante volte prima lavavano le strade e quante volte nelle città italiane del nord si lavano le stesse. In poche parole, se le strade si lavano una volta ogni tanto anche l'esperimento veneto fatto con l'Arpa, per ovvie ragioni non può funzionare. Se invece il lavaggio stradale fosse perseguito con indomita volontà teutonica, probabilmente gli effetti potrebbero essere diversi e positivi.
Nello Alessio
Difesa Sociale 

mercoledì 22 gennaio 2020

Scelte politiche



La scelta:
Fare politica è essenzialmente fare delle scelte, non importa le risorse a disposizione, importano le scelte con cui si usano le risorse. Pericle (Atene) fu il primo amministratore pubblico che affrontò una grossa crisi spostando le risorse della città per favorire un grosso sviluppo determinato dai piani e dai soldi pubblici. Alcuni considerano questo il primo "New deal" operato nella storia. Interesse dei politici "di casa" dovrebbe essere sempre lo sviluppo della città. In base alle capacità dell'economia cittadina i politici hanno il dovere di promuovere ciò può sviluppare la nostra Verona. Un esempio storico a Verona è stato dato dal Sindaco Camuzzoni il quale per far rinascere la città dalle condizioni economiche disastrose in cui l'avevano lasciata gli austriaci, ideò e promosse lo sviluppo industriale a mezzo del Canale che porta ancor oggi il suo nome. Questo dunque il compito dei politici.
Questa amministrazione non pensa ad aiutare la nostra economia, sembra più interessata al vecchio adagio "Panem et circensis" che di solito nasconde dell'altro, ma accontenta le "pance".
E' ora che a Verona ritorni la politica delle proposte, non importa di chi e nemmeno di che colore. Servono proposte per la città ed il lavoro di tutti.
Nello Alessio
Difesa Sociale

il nostro impegno per Verona


martedì 21 gennaio 2020

Basta sprechi neggli aiuti



Leggevo di una mamma con tre figli piccoli, sfrattata e gettata sulla strada. Ha un contratto di lavoro a 400 euro al mese. Il comune (non importa il nome sono tutti uguali), ha ritenuto "superato" il periodo di aiuto.
Oggi la bontà è il business dei privati che tra navi recupero, e case famiglia, si interessano dei poveri del mondo. Questo "amore verso il prossimo" costa miliardi allo Stato e ai Comuni Italiani, ma in questo settore sembra che il termine "tagli" non interessi ai ligi controllori delle spese pubbliche.
Non sono per il taglio ma sicuramente per un modo diverso di spendere i soldi.
200 euro al giorno per un bimbo in "Casa d'affari bontà", ma c'e' chi parla anche di 300/400 euro al giorno non sono poche e garantirebbero sicuramente un aiuto a diverse famiglie aventi bisogno d'aiuto. Certo non "mangerebbero" i privati del "bisogno pubblico" ma si favorirebbero le famiglie.
I Comuni dovrebbero aiutare le famiglie con programmi sociali atti a privilegiare l'aiuto e non certo i professionisti dell'aiuto, siano essi di Chiesa che Privati o Cooperative.
Una parte del patrimonio residenziale dovrebbe essere destinato alle madri in difficoltà e alle famiglie con problemi. Si tratta solo di fare delle scelte a livello Nazionale e Regionale e spostare le enormi cifre usate per il business della carità (che rende) alla socialità vera che permette una vita decente per tutti.
Nello Alessio
Difesa Sociale

lunedì 20 gennaio 2020

L'Italia è una democrazia?





Il debito pubblico: inversamente proporzionale alle tasse pagate

Il 20% più ricco ha il 72% di tutta la ricchezza Italiana.

Assolutamente NO l'Italia può essere considerata una demofiscalcrazia dove il potere appartiene ai burocrati dell'Agenzie delle Entrate.
Non si spiega altrimenti il fatto che una moneta legale a tutti gli effetti non possa produrre gli effetti giuridici e fiscali che le sono attribuiti per legge. Non esiste una "moneta legale elettronica" e potrebbe esistere solo quando la Repubblica sostituirà la moneta legale con una moneta elettronica.

 Con la manovra del governo si toglie il diritto di pagare le tasse con la moneta a corso legale, per usare dei canali telematici molto costosi che garantiscono ulteriori guadagni a banche private nell'ambito dei doveri dei cittadini. Di fatto si garantisce al monopolio bancario di avere un vero e proprio pizzo sui doveri civici.

Perchè demofiscalcrazia?
Il potere reale è nel controllo economico dei cittadini e quando lo Stato diventa uno Stato di polizia fiscale, la "Sovranità" non è più nei cittadini controllati ma nei funzionari dell'Agenzia delle Entrate.

Può uno Stato non rispondere di quanto spende e pretendere di controllare le spese dei propri cittadini?

Ricordo che già con la Magna Charta il Sovrano, quindo lo Stato doveva rispondere di quanto e come spendeva, oggi in Italia avviene il contrario: I cittadini devono essere in regola con quanto l'Agenzia delle Entrate stabilisce a mezzo dei suoi "mezzi" di controllo. Non è forse dittatura da Stato di polizia fiscale?

Il lato tragico è che Istituzioni liberali come Confindustria vogliono questi controlli totali e porre fine al cittadino di disporre di come spendere i propri soldi come e quando vuole.

Demofiscalcrazia perché quando si obbliga un lavoratore autonomo a pagare l'anticipo sull'Irpeff dell'anno dopo, senza sapere se sarà vivo o morto è dittatura, idem per l'Iva.

Sento tante baggianate politiche riguardo al taglio delle tasse, l'Italia deve recuperare il giusto rapporto tra imprese e Stato, deve recuperare il diritto. Per diritto s'intende che dal tempo di Roma Antica, è l'accusatore che deve provare l'accusa e non l'accusato che deve provare di essere innocente. Come funziona oggi nelle Demofiscalcrazia italiana.

Milioni di partite iva chiuse in poco tempo, decine di migliaia di aziende fuggite, non dove non si pagano le tasse, ma in Francia, Svizzera, Slovenia e Austria. Al di là degli investimenti speculativi aziendali, l'Italia è l'unico Stato dove le PMI delocalizzano fuggendo da uno Stato vampiro e criminale dal punto di vista Sociale e economico. Si perchè queste politiche, guarda caso hanno permesso la nuova ridistribuzione della ricchezza, spostando nelle mani di pochi la grandissima ricchezza prodotta da tutti gli Italiani. Le dottrine fiscali non servono alla "moralità" ma a ripartire la ricchezza vera. Il fisco ha permesso questa "equa" ridistribuzione della ricchezza. Altro che onestà.

Nello Alessio
Difesa Sociale    



domenica 19 gennaio 2020

Le opere del Fascismo




LE OPERE DEL FASCISMO
Ricordiamo che ciò fu fatto in un periodo storico in cui i mezzi tecnici a disposizione erano di gran lunga inferiori agli attuali e che durante il ventennio ci fu una crisi economica mondiale (1929 - 1934) che ha messo in ginocchio anche i Paesi più economicamente sviluppati (vedi Stati Uniti).
Come è potuto accadere che l’Italia fosse all’avanguardia in molti campi della ricerca, che avesse dei primati nel campo dell’aviazione, che venissero create nuove città, se non ricorrendo alla tensione ideale che accomunava la stragrande maggioranza della popolazione?
Crisi del 1929 - Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37 miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000 nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000 persone, 3.131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94 edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2.493 comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6 milioni e 663 mila kw e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali, provinciali e comunali, 436 km di autostrade.
Sorsero i “tempi fascisti”, così detti per indicare “in poco tempo”.
Nei primi dieci anni del mio governo, amava puntualizzare il Duce, si è speso in opere pubbliche più di quanto abbiano speso i governi liberali nei primi sessant’anni dall’Unità d’Italia.
Fatti, non parole.


IL SEGRETO? MUSSOLINI NON RUBAVA

Quando Benito Mussolini fu appeso per i piedi a piazzale Loreto, dalle sue tasche non cadde un centesimo. Fuori di metafora, è dimostrato che i fascisti, dal più umile gregario al più alto gerarca, non hanno approfittato della loro posizione di potere per rubare, per arricchirsi per frodare lo Stato ed i cittadini come invece sta succedendo adesso dove partiti (TUTTI) e uomini politici e delle istituzioni sono sorpresi ogni giorno con le mani nella marmellata a rubare, a frodare a profittare arricchendosi a spese dello stato e dei cittadini e dove chi non ha rubato di persona è comunque a conoscenza di tali furti ed è d’accordo con essi ed è quindi complice di chi ha materialmente rubato.

Nel 1944, con decreto legislativo luogotenenziale del 27 luglio 1944, n. 59, fu stabilito di perseguire coloro che, in ragione delle loro cariche, avessero tratto profitti economici dal regime.
Il citato decreto si applicava in particolare a:
1. i profitti derivati dalla partecipazione o adesione al regime fascista,
2. gli incrementi patrimoniali conseguiti dopo il 28 ottobre 1922 da chi avesse rivestito cariche pubbliche o comunque svolta attività politica, a meno che gli interessati non avessero dimostrato la lecita provenienza degli stessi.
L’accertamento e la liquidazione dei profitti di regime erano demandati ad una Sezione speciale della Commissione provinciale delle imposte, formata dal presidente del Tribunale o dal giudice da lui delegato e da quattro commissari nominati dal Ministro per le finanze su designazione del Prefetto fra cittadini di provata probità e competenza. Il procedimento avveniva sotto la vigilanza dell’Alto Commissariato per le sanzioni contro il Fascismo, istituito nel luglio 1944.
Non ci sono notizie di risultati positivi da parte delle suddette commissioni.
Se tali risultati ci fossero stati sarebbero certissimamente stati divulgati con grande clamore da tutto l’antifascistume che non avrebbe visto l’ora di addossare ai fascisti delle colpe così gravi e così infamanti per sostenere la sua propaganda antifascista! Il fatto che non ci sia stato nemmeno il pur minimo accenno con i nomi e cognomi di chi avrebbe tratto profitto dal regime fascista, dimostra che tali profitti non ci furono ed in conclusione che I FASCISTI NON RUBAVANO.

Le opere pubbliche in Italia costano oggi circa tre volte rispetto alla Germania, e di solito sono peggiori. Il che vuol dire che il 70% - 80% della spesa per tali opere viene rubato o sprecato, oltre al fatto che molte di queste opere vengono decise e progettate non perché siano utili ma per rubare.

Ci e vi chiediamo: cosa succederebbe oggi se analoghe commissioni d’indagine indagassero sui profitti di questo regime democratico nato dalla resistenza e dalla sconfitta militare ..???

Agricoltura e bonifiche


Attacco al latifondo siciliano: i proprietari terrieri passarono dai 54.760 del 1911 a 222.612 del 1926.
1922
A dicembre istituito il Parco Nazionale del Gran Paradiso
1923
Legge sulla bonifica idraulica e la difesa del suolo (R.D. 3256 del 30/12/1923)
1923
Riconoscimento del Parco Nazionale dell’Abruzzo
1924
Legge sulle trasformazioni agrarie di pubblico interesse.
1925
Inizio della Battaglia del Grano. Nel 1925 le importazioni di cereali ammontano a 25.000.000 di quintali e incidono nella misura di 4 miliardi di lire, circa la metà del deficit della bilancia commerciale italiana. Nel 1931, con una produzione di 81.000.000 di quintali, l‘Italia per la prima volta copre quasi per intero il suo fabbisogno di cereali. La produzione di grano per ha nelle zone bonificate raggiunse i 16,1 quintali, il doppio rispetto agli Usa.
1926
Riorganizzazione dei Consorzi Agrari che ora offrono credito agrario senza interessi per acquisti di sementi, concimi, macchine agricole e bestiame; viene così abbattuta l’usura e la speculazione dei grandi distributori privati. I Consorzi organizzarono anche la gestione degli ammassi; il primo ammasso volontario del grano fu nel 1935 con 12 milioni di quintali di grano. Nel 1938, per esigenze autarchiche, ne vennero ammassati 40 milioni.
1928
Viene fondato Villaggio Mussolini, poi Mussolinia, oggi Arborea considerata un museo a cielo aperto dell’urbanistica razionalista (bonifica terralbese - Sardegna)
1928
Monteruga (Lecce) - E’ un villaggio tipico dell’Ente Riforma, che all’apice del suo splendore aveva fino a 800 abitanti. Oggi è un villaggio fantasma con la sua scuola, la sua chiesa intitolata a sant’Antonio Abate, la sua piazza centrale, lo stabilimento vitivinicolo, il frantoio, il deposito tabacchi, le case dei contadini in mezzo a ettari ed ettari di uliveti secolari e vigneti: tutto abbandonato! Dopo la privatizzazione degli anni ‘80.
1929
Inizia la bonifica dell’Agro Pontino affidata all’O.N.C. Nell’Agro Pontino furono costruite 3.040 case coloniche, 499 km di strade, 205 km di canali, 15.000 km di scoline; dissodati 41.600 ha di terreno. Costruiti 14 nuovi borghi.
1932
Agro Pontino: Inaugurata Littoria
1932
Istituzione dell’Ente finanziario dei consorzi agrari.
1932
Canale Virgilio - Ha origine da una deviazione del fiume Mincio in corrispondenza della diga di Salionze. La sua lunghezza è di circa 18,5 km. Costruito tra l'ottobre del 1930 e il maggio del 1932. L'opera coinvolse numerosa manovalanza (lo scavo è avvenuto senza ausilio di mezzi meccanici) presenta alcune opere di discreto impegno come il ponte a Monzambano e l'attraversamento del Ponte visconteo a Borghetto di Valeggio sul Mincio.
1932
Bonifica delle aree insalubri del Sele. Acquedotto Pugliese. Se la prima fontana sgorgò a Bari nel 1915, il Salento dovette aspettare il Fascismo per il completo allacciamento all’Acquedotto Pugliese, realizzato con la costruzione del Grande Sifone Leccese. Data la sua natura prevalentemente sotterranea, l’opera è visibile sul territorio attraverso impianti di sollevamento, stazioni di pompaggio e serbatoi idrici, infrastrutture spesso realizzate con grande cura dal punto di vista architettonico. Una delle più note è il gigantesco serbatoio idrico di Corigliano d’Otranto del 1932, alto 40 metri e visibile a chilometri di distanza. Ma il vero simbolo di tutto l’Acquedotto Pugliese si trova a Santa Maria di Leuca: qui l’opera alimenta una imponente cascata contornata da una scalinata in marmo di 284 gradini. Alla fine della cascata si trova una colonna romana fatta inviare da Mussolini nel 1939, anno dell’inaugurazione.
1934
Parco Nazionale del Circeo
1934
Agro Pontino: Inaugurata Sabaudia, giudicata una dei più raffinati esempi di urbanistica razionale europea, in particolare, ancora oggi ammirata, la chiesa dell’Annunciazione.
1935
Agro Pontino: Inaugurata Pontinia
1935
Istituito il Parco Nazionale dello Stelvio
1937
Agro Pontino: Inaugurata Guidonia, fondata nel 1935
1937
Agro Pontino: Inaugurata Aprilia
1937
Viene fondata Carbonia (bonifica del Sulcis - Sardegna)
1939
Costituzione dei Consorzi agrari provinciali, continuando con la costruzione di numerose sedi dalla tipica architettura fascista.
1939
Agro Pontino: Inaugurata Pomezia, fondata nel 1938
1939
Viene fondata Fertilia (bonifica della Nurra - Sardegna); posa della prima pietra nel 1936.

Bonifica delle aree insalubri del Veneto

Bonifica delle aree insalubri dell’Emilia-Romagna

Bonifica delle aree insalubri della Maremma Toscana: Albinia nacque a seguito della fu eretta frutto di un intervento di pianificazione territoriale che incluse la bonifica delle paludi del fiume Albegna.

Bonifica delle aree insalubri della pianura del Garigliano

Bonifica delle aree insalubri del Volturno

Bonifica delle aree insalubri del Tavoliere delle Puglie

Bonifica delle aree insalubri della Basilicata

Bonifica delle aree insalubri della Piana di Sibari

Bonifica delle aree insalubri della Sila

Bonifica delle aree insalubri del Neto

Bonifica delle aree insalubri della piana di Catania

Bonifica delle aree insalubri del Campidano (Sardegna)

I risultati delle bonifiche e delle leggi rurali: 5.886.796 ettari bonificati, tra il 1923 e il 1938, un confronto è necessario fra il periodo pre-fascista, quando in 52 anni nell’intera Penisola furono bonificati appena 1.390.361 ettari. A queste vanno aggiunte quelle delle colonie (Eritrea, Libia, Etiopia e Albania). Si aggiungano 32.400 chilometri di strade; 5.400 acquedotti; 15 nuove città e centinaia di borghi; oltre un milione di ettari di terreno rimboscati; un milione di fabbricati rurali; l’incremento della produzione che passò da 100 a 2.438; il lavoro agricolo per ettaro che aumentò da 100 a 3.618; i lavoratori occupati nelle opere di bonifica e nei nuovi poderi superavano le 500 mila unità.
Né va dimenticata la sconfitta della malaria che causava centinaia di morti ogni anno en riducevano spesso la durata della vita a 40 anni.
Un particolare cenno merita il canale che, attingendo acque dal Po, irriga ampie zone delle provincie di Modena e Mantova. Un altro dato significativo sulla qualità tecnica raggiunta nel settore agricolo dal nostro Paese, è la comparazione fra i 16,1 quintali di frumento per ettaro raggiunto nelle terre bonificate e la produzione statunitense, considerata la migliore, ferma a 8,9 quintali/ettaro.
L’attribuzione ai braccianti di poderi nelle zone di bonifica è il fiore all’occhiello della politica rurale fascista. Come si vede, traguardi che cambiarono il volto dell’Italia.
Nel 1922 i braccianti erano oltre 2 milioni: nei primi anni del ’40 il loro numero si ridusse a soli 700 mila unità, gli altri erano divenuti proprietari, mezzadri o compartecipi di piccole o grandi aziende.

In tutto vennero fondate 15 nuove città: Littoria, Pontinia, Sabaudia, Cervinia, Cvic (J), Resa (J) Guidonia, Aprilia, Carbonia, Pomezia, Volania, Segezia, Marconia, Fertlia, Alberese, Mussolinia, Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e Pozzo Littorio; oltre a centinaia di borghi.

Oltre 1.000.000 di ha di terreno rimboscati.



Ferrovie
1931
Inaugurazione della nuova stazione ferroviaria di Milano Centrale. La costruzione iniziata nel 1913 ma sospesa per la guerra. Con nuovo disegno e con le arcate in acciaio lunghe 341 metri (ricoprono un’area di mq 66.500), la costruzione iniziò a ritmo sostenuto nel 1925. La facciata è larga 200 metri e la volta alta 72 (un record per allora). Viene ancora oggi ritenuta una delle stazioni più belle del mondo.
1931
Inaugurata la stazione di Santa Maria Novella di Firenze, costruita in soli 3 anni.
1932
Inaugurata la ferrovia Roma - Viterbo
1934
Inaugurata la direttissima Bologna - Firenze
1934
Nasce la Littorina: una di queste automotrici compie il tragitto Torino, Mosca, Leningrado, Mar Nero, Mosca, Torino di km 12.000. Compie la traversata Mar Baltico - Mar Nero in 35 ore (25 ore in meno dei più rapidi treni locali, stabilendo un primato di tempo ancora imbattuto).

L’intera rete ferroviaria fu ampliata e pressoché elettrificata; il materiale rotabile sostituito. L’Italia ebbe la rete ferroviaria più attrezzata ed efficiente d’Europa.
1938
Inizio costruzione metropolitana di Roma per il collegamento tra la stazione Termini ed il quartiere dove, nel 1942, si doveva tenere l’Esposizione Universale (nel 1940 completata al 60%).
1939
- L’elettrotreno ETR.212 con a bordo numerosi tecnici ed autorità politiche, partì alle ore 12.00 da Firenze S.M. Novella e giunse a Milano Centrale alle ore 13.55 ottenendo il primato mondiale di velocità commerciale (164 km/h) su lungo percorso (315 km).
L’elettrotreno ETR.209 fu esposto alla Fiera Universale di New York (1939-1940).





Economia

1923
Salva dalla bancarotta l’Ansaldo, il Banco di Roma e l’Ilva (1923 - 1924).
1924
Pareggio di bilancio.
1927
La Carta del Lavoro -  Il Lavoro è un dovere sociale tutelato dallo Stato. Suo scopo è il benessere dei produttori e lo sviluppo della potenza nazionale. I contratti collettivi di lavoro esprimono la solidarietà fra i vari fattori della produzione, mediante la conciliazione degli opposti interessi dei datori di lavoro e dei lavoratori e la loro subordinazione agli interessi superiori della produzione. L‘iniziativa privata è lo strumento più efficace e più utile nell‘interesse della Nazione. L‘intervento dello Stato nella produzione ha luogo solo quando l‘iniziativa privata manca o è insufficiente, o quando sono in gioco gli interessi politici dello Stato. Si trattava di un documento che vietava il ricorso allo sciopero ed alla serrata, e delegava direttamente all’autorità dello Stato fascista l’azione conciliatrice.
1929
La crisi mondiale scoppiata nel 1929 negli Stati Uniti aveva fatto sentire i propri effetti in Italia nel 1930: crollo delle quotazioni dei titoli azionari del 40%; produzione agricola - 11%; produzione manifatturiera - 15%; disoccupazione ad un milione di persone. Le banche principali che avevano prestato grosse somme alle imprese accettando come garanzia le azioni delle aziende debitrici, quando le aziende andarono in crisi e divennero insolventi, rimasero con una montagna di pezzi di carta (le azioni) senza valore. Lo Stato prima acquistò le azioni delle banche, poi si fece carico dei maggiori investimenti industriali salvando dal fallimento le banche e le imprese. Protesse così milioni di piccoli risparmiatori dalle insolvenze delle banche.
1929
Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37 miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000 nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000 persone, 3.131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94 edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2.493 comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6 milioni e 663 mila Kw e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali, provinciali e comunali, 436 km di autostrade.
1930
Fiera del Levante di Bari - Inaugurazione della più grande fiera del Mediterraneo
1931
IMI (Istituto mobiliare italiano: per l’acquisto delle azioni delle banche in difficoltà. Nasce il capitalismo di Stato. I comunisti distrussero il capitale, il Fascismo se ne servì per il bene comune. La nuova istituzione ha come scopo principale l‘esercizio del credito a media scadenza, deve raccogliere il risparmio, attraverso l‘emissione di obbligazioni decennali, per indirizzarlo verso il finanziamento di iniziative di salvataggio e di rilancio delle industrie in difficoltà a causa della grande crisi.
1933
IRI (Istituto per la ricostruzione industriale): per l’acquisto e lo sviluppo delle imprese industriali. Organo economico a cui è affidato il compito di fornire prestiti a scadenza ventennale alle industrie con denaro ottenuto attraverso l‘immissione sul mercato di obbligazioni garantite dallo Stato. La sezione smobilizzi acquisisce importanti partecipazioni azionarie di industrie nei vari settori, telefonico, marittimo, edile, finanziario, meccanico, siderurgico.
1934
L‘IRI acquisisce il controllo dei più grandi istituti di credito ed entra in possesso dei pacchetti azionari delle industrie che questi detengono.
1937
Istituzione delle Casse Rurali e Artigiane (R.D. 26/8/1937 n. 1706)
1938
La Banca d’Italia passa completamente in mano pubblica; il suo Governatore assume il ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del risparmio.

Ammodernò il Pubblico Catasto urbano e dei terreni. Mappò tutto il territorio nazionale compilando le mappe altimetriche usate ancora oggi e da allora mai aggiornate.

Accordi commerciali con tutti gli Stati, compresa l’Urss.
Marina

1925
Potenziamento marina civile e militare: nel 1932 è tra le più importanti del mondo
1931
Varo della nave scuola Amerigo Vespucci

Nuova stazione marittima di Genova

Varo del transatlantico Rex: la più sofisticata e veloce nave del mondo: Gibilterra New York in 4 giorni, 13 ore e 58 minuti.
1937
Varata la corazzata Vittorio Veneto
1940
Completamento e inaugurazione del bacino di Porto Marghera per portare le navi fino agli stabilimenti di armamento e riparazione
1940
Porto di Napoli e Porto di Messina
Leggi
1923
Codice Forestale e istituzione della Guardia Forestale.
1923
Legge sulla bonifica idraulica e la difesa del suolo
1923
Legge sulle trasformazioni agrarie di pubblico interesse
1923
Istituzione dell’Archivio Statale
1923
Unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura)
1928
Creazione dell’Albo dei giornalisti
1928
Legge Mussolini: Bonifica integrale con opere affidate all’ONC
1929
Firma dei Patti Lateranensi
1930
Codice Penale (copiato poi da Ataturk, il fondatore della Turchia)
1933
Codice di Procedura Penale
1933
Legge sull’assegno bancario e circolare
1935
Istituzione del corpo dei Vigili del Fuoco
1936
Legislazione sul Turismo
1936
Riforma bancaria: tra il 1936 ed il 1938 la Banca d’Italia passò completamente in mano pubblica e il suo Governatore assunse il ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del risparmio.
1938
Bonifica linguistica: eliminazione di termini stranieri dal vocabolario.
1939
Carta della scuola
1940
Codice di Procedura Civile
1942
Codice Civile
1942
Codice della strada
1942
Testi Unico delle Leggi di pubblica sicurezza
1942
Codice della Navigazione
1944
Socializzazione delle imprese - Legge della Repubblica Sociale Italiana.



Leggi sociali

1923
L'attività del Governo Mussolini fu un susseguirsi costante di decreti e leggi di chiare finalità sociali all'avanguardia non solo in Italia ma, addirittura, nel mondo. Quelle leggi, di cui i lavoratori italiani ancora oggi godono i privilegi, sono quelle volute da Mussolini nei suoi vent'anni di Governo. Qualsiasi confronto con quanto fatto dai Governi di questo dopoguerra, risulterebbe stridente.
1923
Assicurazione invalidità e vecchiaia (R.D. 30/12/1923 n. 3184)
1923
Riforma della Scuola (Riforma Gentile): nuovi programmi, obbligo scolastico fino a 14 anni, educazione fisica obbligatoria, refezione scolastica, scuole professionali, …..

Lotta contro l’analfabetismo: dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni; studenti medi da 326.604 a 674.546, universitari da 43.235 a 71.512. In Europa eravamo i più analfabeti; siamo diventati gli ultimi.
1923
Assistenza ospedaliera per i poveri (R.D. 30/12/1923 n. 2841)
1923
Tutela del lavoro di donne e fanciulli (R.D. 26/4/1923 n. 653)
1925
Opera Nazionale Maternità e Infanzia (O.N.M.I.; R.D. 10/12/1925 n. 2277) - Venivano visitati da operatori stranieri per studiarne l’organizzazione; nel 1934 delegazione cinese.
1925
Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti (R.D. 8/5/1925 n. 798)
1925
Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 aveva 771 cinema, 1.227 teatri, 2.066 filodrammatiche, 994 scuole corali, 2.130 orchestre, 3.787 bande, 1.032 associazioni professionali e culturali, 6.427 biblioteche, 11.159 sezioni sportive, 4.427 di sport agonistico). I comunisti la chiamarono casa del popolo.
1926
Doposcuola per il completamento degli alunni
1926
Assicurazione contro la disoccupazione (R.D. 30/12/1926 n. 3158)
1927
Pubblicata la Carta del Lavoro.
1927
Magistratura del lavoro.
1927
Assistenza obbligatoria contro la TBC - Costituzione di Consorzi Provinciali (R.D. 27/10/1927 n. 2055)
1927
Colonie marine - Se nel 1927 i bambini ospitati erano 54 mila dopo undici anni il numero arrivò a quota 772 mila in 4.357 colonie sparse su tutto il territorio nazionale, ma concentrate soprattutto sul litorale toscano e romagnolo. Strutture imponenti progettate dai migliori architetti del tempo che avevano carta bianca: l'unico obiettivo era quello di comunicare la modernità intesa come valore dell'avanguardia e del regime. Così si realizzarono costruzioni dalle forme futuristiche come la colonia Figli italiani all'estero a Cattolica, disegnata da Clemente Busiri Vici e la Varesina di Milano Marittima con la maestosa rampa, il complesso di Calambrone in Toscana e la Fara a Chiavari. Le colonie diventano il modo di sperimentare il linguaggio architettonico in chiave funzionalista e razionalista. Nel dopoguerra, verso la fine degli anni settanta si assiste alla dismissione (con svendite per poche lire) e abbandono delle strutture al degrado.
1928
Esenzione tributaria per le famiglie numerose (R.D. 14/5/1928 n. 1312)
1928
Befana Fascista - si raccolgono regali in denaro o in natura da destinare alle famiglie più povere. Nel 1932 i pacchi superavano il numero di 1.243.000.
1928
Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali (R.D. 13/5/1928 n. 928)
1929
Istituzione dell’Opera Nazionale Orfani di Guerra (R.D. 1397 del 26/7/1929).
1929
Accademia d’Italia, fondata con il compito di promuovere e coordinare il movimento intellettuale italiano nel campo delle scienze, delle lettere e delle arti. Tra gli accademici: Enrico Fermi, Gioacchino Volpe, Guglielmo Marconi, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Gentile.
1932
Istituzione dei treni popolari per la domenica con il 70% di sconto.
1932
Istituzione dei Littorali dello sport, tra gli universitari italiani.
1934
Istituzione dei Littorali della Cultura e dell’Arte. Partecipanti famosi: Michela gelo Antonioni, Carlo Bo, Luigi Comencini, Renato Guttuso, Pietro Ingrao, Alberto Lattuada, Franco Modigliani, Aldo Moro, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini, Edilio Rusconi, Paolo Emilio Taviani, Giorgio Almirante.
1935
Istituzione del sabato fascista: giornata dedicata ad attività culturali, sportive, paramilitari e professionali.
1933
I.N.A.I.L. - Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (23/3/1933 n. 264)
1935
I.N.P.S. - Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (R.D. 4/10/1935 n. 1827)
1935
Istituzione del libretto del lavoro (R.D. 112 del 10/1/1935).
1936
Istituzione dei Littorali del Lavoro con l’obiettivo, riuscito, di avvicinare e cementare tra loro le differenti classi sociali giovanili.
1937
Settimana lavorativa di 40 ore (R.D. 29/5/1937 n. 1768) a parità di salario: l’Italia fu il primo paese al mondo ad introdurre questa misura.
1937
E.C.A. - Ente Comunale di Assistenza (R.D. 3/6/1937 n. 817)
1937
Assegni familiari (R.D. 17/6/1937 n. 1048)
1939
Carta della Scuola: principi, fini e metodi della scuola fascista.
1935
Istituzione del sabato fascista
1943
I.N.A.M. - Istituto per l’Assistenza di Malattia ai Lavoratori (11/1/1943 n. 138)
1943
Istituto Autonomo Case Popolari
1943
Istituto Nazionale Case Impiegati Statali


Opere architettoniche e infrastrutture, opere pubbliche e strade

1923
Obbligo in tutta Italia di tenere la destra sulle strade. Prima, ad esempio, a Ravenna si teneva la destra, a Bergamo e a Roma si teneva la sinistra, a Brescia la destra. Nella provincia di Como si teneva la sinistra ma nei circondari di Varese e Lecco «prevaleva la mano destra».
1923
Costruzione dell’autodromo di Monza.
1924
Inaugurazione dell’autostrada Milano - Varese (la prima autostrada al mondo) a 20 mesi dalla pubblicazione del progetto. Vedi “Le autostrade in Italia e all’estero” del TCI.

Istituto delle ricerche diretto da G. Marconi

Osservatori di Trieste, Genova, Merate, Brera, Campo Imperatore

Palazzo della Previdenza Sociale in ogni capoluogo di provincia
1925
Fondazione dell’istituto LUCE per la “diffusione della cultura popolare e della istruzione generale per mezzo delle visioni cinematografiche”.
1927
Idroscalo di Milano. Nel 1927 il Fascismo varò una legge per la realizzazione di un "Idroscalo" per la città di Milano. Vero mare, perfino salato, arenile, pini marini, bagnanti, bagnini. L’"Idroscalo" è un grande canalone lungo 3 Km e largo 300 metri con 300 di testata per le manovre dei velivoli. Il bacino occupa una superficie di 610.000 mq. È alimentato da acque sorgive. L’Idroscalo è sempre stato segnalato come pantano. Il Duce l’ha trasformato in bacino, un lago, una "fetta" di mare con tutte le caratteristiche marine. Questo spettacolare miracolo fu inaugurato nel 1930. L’arenile ha 100 cabine, ha il suo "lungomare", con alberi intorno, alberghi, luna park, campi sportivi, prati. Al centro del bacino vi è un’isoletta che può essere raggiunta facilmente con una barca e trovarvi ogni divertimento.
1927
Autostrada Milano - Brescia inaugurata nel 1931 (eseguita in quattro anni)
1928
A Milano, inaugurato l’Istituto Nazionale per la cura dei tumori, ancora oggi il più grande centro oncologico della Lombardia. Fu dotato di ben 300 mg di radio, un quantitativo enorme per quei tempi.
1928
Nasce la Biennale di Venezia
1929
Autostrada Napoli - Pompei
1929
Inaugurata la Piscina Romano (Milano) dell’architetto Luigi Secchi; con i suoi 4000 metri quadri di vasca era la più grande d’Europa.
1930
Verona: Magazzini generali con impianti frigoriferi all’avanguardia in Europa
1930
Rovigo: case di abitazione ancora oggi ammirate per l’architettura monumentalista e razionalista

Roma: Metropolitana

Roma: Stadio dei Marmi

Roma: Città universitaria inaugurata nel 1935

Roma: Fondazione di Cinecittà - Nel 1935, dopo la distruzione a causa di un incendio gli studi della casa di produzione Cines, fu individuata lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa 500.000 metri quadrati per la realizzazione della nuova città del cinema. I lavori ebbero inizio il 26 gennaio 1936 con la posa della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937, avvenne l'inaugurazione dei nuovi stabilimenti del Quadraro. I progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati dall'architetto Gino Peressuti; oltre ad essi venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell'Istituto Luce e quella del Centro Sperimentale di Cinematografia.
1932
Roma: Inaugurazione di Via dell’Impero tra Colosseo e Piazza Venezia, dopo una massiccia opera di demolizione dell'intero quartiere (iniziata nel 1924) effettuata, per decisione di Mussolini.
1932
Roma: Inaugurata la nuova sede del Ministero delle Corporazioni
1932
Grosseto: Palazzo delle Poste, ancora oggi ammirato per architettura monumentalista e razionalista

Inaugurazione della Diga di Santa Chiara (impianto idroelettrico sul Tirso - Sardegna) con la formazione del lago Omodeo, il bacino artificiale più grande d’Europa.
1932
Istituzione della Mostra del cinema di Venezia.
1932
Inaugurazione Diga sul Sele (Puglia) con l’invaso artificiale di Persano.
1932
Autostrada Firenze – Mare
1932
Autostrada Torino – Milano
1933
Autostrada Genova - Serravalle (al casello di Serravalle Scrivia si trova una scultura commemorativa con scritto ancora “Anno di inizio lavori 1930, ultimato lavori 1933”).
1933
Autostrada Venezia – Padova
1933
Bolzano: Casa del balilla, ancora oggi ammirata per l’architettura monumentalista e razionalista
1933
Creazione del terminal automobilistico di Piazzale Roma a Venezia (1931-1933).
1934
Venezia - In 657 giorni costruito il ponte del Littorio (oggi della Libertà, forse di rubare), che collega Venezia alla terraferma. All'epoca, con i suoi quasi quattro chilometri di lunghezza, il ponte translagunare era il più lungo del mondo, mentre attualmente è il più lungo d'Italia. Siccome verso la fine l’ing. Eugenio Miozzi si accorse di aver speso meno di quanto gli avevano dato, decise di usare l’avanzo per costruire, davanti alla stazione ferroviaria, un nuovo ponte che scavalcasse il Canal Grande, il ponte degli Scalzi (costruito in pietra d’Istria, senza nessuna armatura). I lavori cominciarono 9 giorni dopo l’inaugurazione del Ponte del Littorio da parte del Duce e fu pronto in 542 giorni. E poiché verso la fine di questa seconda opera si accorse di avere speso meno del previsto, decise di demolire il vecchio ponte in ferro dell’Accademia (in condizioni pietose) per sostituirlo con uno provvisorio di legno. Abbattimento, rimozione dei detriti, costruzione del nuovo manufatto e inaugurazione: un mese. Il ponte di legno, è ancora lì.
1934
Costruzione dell’autorimessa di Sant’Andrea, una delle maggiori opere di architettura razionalista a Venezia (1931-1934).
1934
Inaugurata la piscina coperta Cozzi (Milano); fu costruita con criteri tecnologici d’avanguardia, tanto da essere considerata "esemplare" in tutta Europa e degno di ospitare competizioni di livello internazionale. all’epoca dell’inaugurazione, la più grande piscina coperta d’Europa.
1935
l'It L’Italia aveva già 500 chilometri di autostrade, un primato in Europa.
1935
Milano: Costruzione del quartiere popolare di San Siro; gigantesco quadrilatero con oltre 6.000 alloggi; un’opera d’avanguardia per quei tempi, le prime case popolari con il bagno nell’appartamento e gli infissi di qualità (spesso ancora funzionanti).
1935
Milano: Palazzo di Giustizia edificato tra il 1932 ed il 1940, in “Stile Novecento”, teorizzato da Margherita Sarfatti. Caratteristica di questo stile era il “ritorno all’ordine”. Interamente rivestito in pietra, decorato con numerosi mosaici, altorilievi, affreschi e sculture. Imponenti frasi latine riguardano i principi della Giurisprudenza. Tra queste: “I precetti del diritto sono questi: vivere onestamente, non ledere l'Altro, attribuire a ciascuno il suo”. “La Giurisprudenza è la scienza degli affari divini e umani, dei fatti giusti ed ingiusti”.
1935
Centro sperimentale di Guidonia. Il centro comprendeva tutti i settori della ricerca aeronautica; c’erano molti impianti all’avanguardia: la galleria del vento a doppio ritorno, la galleria ultrasonica, il simulatore di vuoto una centrifuga per lo studio del disorientamento spaziale. Era un centro di eccellenza a livello mondiale nella sperimentazione aeronautica. Distrutto nel 1944.
1936
Roma: Viale della Conciliazione. Progettata a seguito dei Patti Lateranensi del 1929 con la demolizione della Spina di Borgo. Il progetto fu approvato da Mussolini e da Papa Pio XI.
1936
Roma: palazzo della Farnesina, sede del Ministero Affari Esteri
1936
Venezia: inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema.
1936
Roma: Fondazione di Cinecittà - Nel 1935, dopo la distruzione a causa di un incendio gli studi della casa di produzione Cines, fu individuata lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa 500.000 metri quadrati per la realizzazione della nuova città del cinema. I lavori ebbero inizio il 26 gennaio 1936 con la posa della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937, avvenne l'inaugurazione dei nuovi stabilimenti del Quadraro. I progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati dall'architetto Gino Peressuti; oltre ad essi venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell'Istituto Luce e quella del Centro Sperimentale di Cinematografia.
1936
Napoli: Stazione marittima, ancora oggi ammirata per l’architettura monumentalista e razionalista
1937
Roma: Inizia l’edificazione del quartiere dell’EUR (doveva essere inaugurato nel 1943)
1937
Roma: Inizia la costruzione dell’Istituto Nazionale Luce
1937
Predappio: Casa del Fascio, ancora oggi ammirata per l’architettura monumentalista e razionalista
1937
Inaugurazione nuova sede del Consiglio delle ricerche
1938
Costruzione del Casinò Municipale al Lido di Venezia; ing. Eugenio Miozzi (1937-1938).
1938
Roma: Inaugurazione dell’Ara Pacis
1940
Messina: Palazzo Littorio, ancora oggi ammirato per l’architettura monumentalista e razionalista
1940
Inaugurazione del Parco congressuale di Napoli, ancora oggi, il più grande del Mezzogiorno, a soli 5 minuti a piedi dalla stazione FS di Campi Flegrei, a 15’ dall’aeroporto e a 10’ dal porto.

Era nato lo stile architettonico Impero
1944
Inizia a produrre la centrale idroelettrica di Bussolengo (VR) la cui costruzione era iniziata nel 1939. In grado di produrre mediamente l’energia elettrica annua di circa 210.000 famiglie. Sfrutta l’acqua del Canale Biffis (costruito tra il 1928 ed il 1943) che la preleva dal fiume Adige vicino ad Ala (TN) e la reimmette, dopo 44 km a Chievo di Verona. Portata circa 135 mc al secondo.


Tecnica
1926
Venezia: inaugurato il primo aeroporto civile d’Italia. Adornato da prestigiosi quadri degli anni 30 firmati dal pittore futurista Tato (Guglielmo Sansoni). Ancora oggi classificato dalla BBC al 3° posto tra i più belli del mondo.
1926
Consegna ad Amundsen il dirigibile Norge
1927
Creazione dell’EIAR, Ente italiano audizioni radiofoniche.
1927
A Taliedo (Milano) l’ingegnere aeronautico e pioniere dell’aviazione italiana Gianni Caproni fonda il Museo dell'aeronautica Gianni Caproni; è il più antico museo italiano interamente dedicato all'aviazione e il più antico museo aziendale a livello nazionale. Sede attuale a Trento-Mattarello.
1928
L’Italia conquista il record di lunghezza e durata in volo: 8.000 km in 58 ore e 37’
1930
Prima Crociera Atlantica con arrivo a Rio de Janeiro
1933
Il 10 Aprile 1933, Francesco Agello a bordo dell’M.C. 72, con motore FIAT AS. 6 da 2500 HP,  conquistò il primato di velocità per idrovolanti sul lago di Garda ad una media di 682,403 km/h.
Il 23/10/1934 Agello migliorò il record portandolo a 709,202 km/h. Record tutt’ora imbattuto.
1933
Crociera Atlantica (fino a New York e Chicago, ove a Balbo sono consegnate le chiavi della città)
1935
A Predappio le Industrie Caproni scavano all’interno del rilievo montuoso dei tunnel vengono scavati due tunnel posti a circa 60 metri di profondità, lunghi più di 120 metri, per un totale di circa 4000 metri quadri; garantiscono una completa stabilità dei parametri ambientali, temperatura, umidità e la completa assenza di disturbi esterni. Abbandonati dopo la guerra, anche a seguito del fallimento della Caproni, ora, a distanza di 80 anni sono diventati un centro di ricerca nel campo della fluidodinamica in particolare della turbolenza, unico al mondo. Il complesso immobiliare Gallerie Caproni, di proprietà del Ministero della Difesa, è stato concesso in comodato gratuito all’Università di Bologna.
1937
Il ten. Mario Pezzi conquista il primato mondiale di altezza raggiungendo 15.655 metri; l’anno successivo, con un aereo ad elica, raggiunge 17.083 metri, record ancora imbattuto.
1937
Sperimentazione motori alimentati con gassogeno a legna
1939
Trasmissioni sperimentali televisive all’EIAR (all’avanguardia)
1942
Inaugurato ad Asiago il più potente telescopio d’Europa
Calamità naturali

1928
1935
Il 6 novembre 1928 una devastante eruzione del vulcano Etna distrusse integralmente la città di Mascali, lasciando quasi tutti gli abitanti senza casa, senza terra, senza attività commerciali, senza speranze. Durante le difficili ore dell’evacuazione Mussolini inviò a Mascali il Ministro ai Lavori Pubblici Giovanni Giuriati, il quale guidò personalmente le fasi dell’emergenza che fu gestita con ordine e disciplina. Fu il primo esempio di gestione moderna delle calamità naturali. L’evento portò a Mascali i corrispondenti delle più importanti testate internazionali, dal Washington Post a Le Figaro.
Dopo la distruzione, Mussolini in persona promise la rapida ricostruzione dell’intera cittào. La commissione incaricata per la ricostruzione - con la supervisione del Governo - suddivise in diverse aree la nuova cittadina, individuando le zone per la costruzione privata di nuove abitazioni e zone destinate all’edilizia popolare (alloggi stabili), questi furono costruiti nel breve volgere di pochi mesi, dando subito alloggio ai meno abbienti. E poi, una grande piazza sulla quale si affacciano il Municipio e la Chiesa Madre in stile rinascimentale, il cimitero, l’acquedotto, la rete fognaria. Tutto doveva essere rapidamente ricostruito con efficienza, rapidità ed economicità. I privati oltre a godere dell’esenzione tributaria totale, furono anche sovvenzionati economicamente per la ricostruzione delle case. Già nel 1935 Mascali era integralmente ricostruita. Un vero e proprio miracolo di efficienza pubblica. Architettonicamente Mascali è un gioiellino del razionalismo, e soprattutto, con i suoi quasi 15.000 abitanti è oggi una delle città di fondazione più grandi di tutto il Sud Italia, un unicum in tutta la Sicilia.
1930
Terremoto del Vulture del luglio 1930, avvenuto sempre sulla dorsale appenninica a rischio, che causò 1404 vittime. Benito Mussolini, non appena ebbe notizia del disastro convocò il ministro dei Lavori Pubblici Araldo di Crollalanza che dispose in poche ore il trasferimento di tutti gli uffici del Genio Civile, del personale tecnico, nella zona. Nella stazione di Roma, su un binario morto, era sempre in sosta un treno speciale, completo di materiale di pronto intervento, munito di apparecchiature per demolizioni e quant’altro necessario per provvedere alle prime esigenze di soccorso e di assistenza alle popolazioni terremotate. Per tutto il periodo della ricostruzione Araldo di Crollalanza non si allontanò mai, dormendo in una vettura del treno speciale che si spostava da una stazione all’altra per seguire direttamente le opere di ricostruzione. I lavori iniziarono immediatamente. Dopo aver assicurato gli attendamenti e la prima assistenza, furono incaricate numerose imprese edili che prontamente giunsero sul posto con tutta l’attrezzatura. Lavorando su schemi di progetti standard si poté dare inizio alla costruzione di casette a piano terreno di due o tre stanze anti-sismiche, e nello stesso tempo fu iniziata la riparazione di migliaia di abitazioni ristrutturabili, in modo da riconsegnarle ai sinistrati prima dell’arrivo dell’inverno. A soli tre mesi dal sisma, il 28 ottobre 1930, vennero consegnate le prime case. Furono costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni. Mussolini ringraziò di Crollalanza così: «Lo Stato italiano La ringrazia non per aver ricostruito in pochi mesi perché era Suo preciso dovere, ma la ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario 500 mila lire». Le palazzine edificate in questo periodo resistettero ad un altro importante terremoto, quello dell’Irpinia, che colpì la stessa area 50 anni dopo.






Mafia

1925
1929
Un altro "grande successo" del regime fu la lotta contro la mafia. Protagonista di questa impresa fu Cesare Mori, il cosiddetto "Prefetto di Ferro".
Quando Mussolini salì al potere trovandosi tra l'altro ad affrontare il problema del banditismo e della mafia siciliana, gli venne fatto il nome di Mori. Mussolini disse: "Voglio che sia altrettanto duro coi mafiosi così come lo è stato coi miei squadristi bolognesi". “L’autorità dello Stato deve essere assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le leggi attualmente in vigore la ostacoleranno non costituirà un problema. Noi faremo nuove leggi.” Anche se la mafia non fu completamente liquidata, essa cadde per così dire “in sonno”. La ridesteranno i padrini americani tornati nell’isola nel 1943 dopo lo sbarco delle truppe alleate.




Libia

1926
Inaugurata in Libia la concessione Romagna (ha 10.000)
1937
Trasferiti 20.000 coloni italiani assegnando loro: casa di abitazione già arredata, stalle con bestiame, attrezzature e macchine agricole.
Trovarono pronti 26 villaggi agricoli: Olivetti, Bianchi, Giordani, Micca, Tazzoli, Breviglieri, Marconi, Garabulli, Crispi, Corradini, Garibaldi, Littoriano, Castel Benito, Filzi, Baracca, Maddalena, Aro, Oberdan, D’Annunzio, Razza, Mameli, Battisti, Berta, Luigi di Savoia, Gioda. Altri dieci villaggi libici nei quali berberi e indigeni imparavano dai nostri agricoltori a far fruttare la terra: El Fager (Alba), Nahima (Deliziosa), Azizia (Profumata), Nahiba (Risorta), Mansura (Vittoriosa), Chadra (Verde), Zahara (Fiorita), Gedina (Nuova), Mamhura (Fiorente), El Beida (la Bianca) già Beda Littoria.
1937
I cavalieri arabi gli offrono la spada dell’Islam



Etiopia

1935
Abolizione della schiavitù
1935
1941
Nel 1935, l'Etiopia appena conquistata dal Fascismo non presentava una rete stradale degna di questo nome: l'unica via di comunicazione era infatti una ferrovia a scartamento ridotto, da Gibuti ad Addis Abeba. Gli sforzi organizzativi e finanziari per la riuscita dei progetti furono premiati: le oltre 16 milioni di ore di lavoro, gli oltre 65.000 operai italiani giunti in sede ed i 160.000 indigeni portarono all'Etiopia, alla fine del 1937, oltre 5.500 chilometri di strade rotabili interamente percorribili, oltre a 1.400 km di piste camionabili.
Avevano trasformato non solo Addis Abeba, ma anche oscuri villaggi in grandi centri abitati (Dessiè, Harar, Gondar, Dire, Daua). Alberghi, scuole, fognature, luce elettrica, ristoranti, collegamenti con altri centri dell’impero, telegrafo, telefono, porti, stazioni radio, aeroporti, cinematografi e teatri. Crearono nuovi mercati, numerose scuole per indigeni, e per gli indigeni crearono: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili al lavoro, ospedali per la maternità e l’infanzia, lebbrosari. Quello di Selaclacà: oltre 700 posti letto e un grandioso istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Crearono imprese di colonizzazione sotto forme di cooperative finanziate dallo stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi, cementifici, oleifici, coltivando più di 75.000 ettari di terra.



Eritrea


Colonia italiana dal 1890. L'Eritrea fu la colonia maggiormente ammodernata: furono costruiti migliaia di km di strade, ponti, la ferrovia Massaua - Asmara (iniziata già alla fine dell'Ottocento), le città furono sistemate anche con la creazione di numerosi quartieri italiani. Fu la colonia con la più forte presenza di italiani. Nel censimento del 1939 ad Asmara furono censiti 53.000 italiani su una popolazione di 98.000 abitanti.
Tra le grandi opere create nel quinquennio 1935-40, una che si rese famosa in tutto il mondo per la sua arditezza: fu la costruzione della teleferica Massaua - Asmara, iniziata nel 1935 e completata nel marzo del 1937. Aveva una lunghezza di 71,8 km e, partendo dalla stazione di Massaua,  giungeva, scorrendo quasi in linea retta, alla stazione di  Asmara superando un dislivello di 2.340 metri.
E’ stata la teleferica più lunga del mondo; copriva una distanza di circa il doppio della teleferica del Lapland, giudicata oggi la più lunga esistente. Fu smantellata nel 1941 da parte degli inglesi per vendere ferro e motori. La velocità della teleferica era di 9 km l’ora e la capacità era di 30 tonnellate all’ora in ciascun senso, pari a quella di trenta treni, ma con costi decisamente minori.
L'Eritrea Italiana entrò a far parte dell'Africa Orientale Italiana sotto un Governatore con sede ad Asmara ed un territorio ampliato anche come compenso per l'aiuto nella conquista dell'Etiopia, dato da parte di oltre 60.000 Ascari eritrei.




Somalia

1928
L’1/3/1928 fu inaugurata (dal Principe di Piemonte Umberto di Savoia) a Mogadiscio la più grande Cattedrale di tutta l’Africa Orientale, voluta dal governatore Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon e intitolata alla Madonna della Consolata: si trovava a due passi dalla antica Moschea Arbarucun. Il reciproco rispetto religioso è provato dalla presenza, in chiesa dei notabili somali per l’inaugurazione e successivamente. Il 3 marzo, quando Umberto di Savoia venne accolto dal primo Cadì di Mogadiscio, nella Moschea Giama. Nei nuovi villaggi agricoli o industriali sorsero numerose nuove chiese: al Villaggio Duca degli Abruzzi e alle saline Hafrun, dove accanto alle nuove abitazioni per i lavoratori locali il governo italiano aveva edificato le moschee.
A Mogadiscio vennero costruiti decine di edifici di notevole prestigio che seguivano lo stile razionalista tipico dell’architettura fascista. Circa 22 mila italiani giunsero in Somalia e fondarono in pochissimi anni un numero incredibile di aziende attive in particolare nel settore agricolo, avviando un processo di esportazione di frutta tropicale (in primis di banane) che non si arrestò neppure nel primo dopoguerra.
1930
Il “Faro di Mussolini” a Capo Guardafui brilla ancora. Guardafui «guarda e fuggi», come lo battezzarono i portoghesi nel XVI secolo, era fin dai tempi dei romani «un covo di pirati e teatro di naufragi e leggende (...) dove la regina Hatshepsut inviava le sue navi per procurarsi le spezie e il poeta Arthur Rimbaud trafficava in armi (...) crocevia delle grandi esplorazioni dell'Africa Orientale». Nel 1924 il faro cominciò a illuminare la cruciale rotta sul Corno d'Africa. L'impronta fascista arrivò nel '30, come riporta il governatore di allora Guido Corni: «Feci montare la lanterna su di una torre in pietra rossa e dura del luogo, cerchiata di anelli in cemento armato e recante una scure, simbolo del littorio, che resterà nei secoli ad indicare, con la sua viva luce, la via sicura alle navi, che dall'Oriente navigano verso l'Europa».
Chi si ricorda del faro è il governatore somalo di questa fetta di Somalia, oggi regione autonoma del Puntland. Abdulkadir Mohamed è venuto a Torino per avanzare una proposta senza precedenti: «Potrebbe diventare un luogo turistico da far visitare agli italiani con un piccolo villaggio in architettura tipica migiurtina all'esterno e gli interni dotati di tutti i comfort moderni». A casa nostra la storia del faro è stata volutamente rimossa e non mancano i «resistenti» a oltranza, come il sindaco Pd di Ciriè (TO), il quale voleva sospendere la presentazione del libro «per motivi di ordine pubblico».
1936
con la fondazione dell’Impero viene redatto il testo “Ordinamento e Amministrazione dell’Africa Orientale italiana” dove all’art. 31, dedicato alla questione religiosa si legge:
Nell’ Africa Orientale Italiana è garantito l’assoluto rispetto delle religioni. Le istituzioni religiose dei cristiani monofisiti saranno regolate da leggi speciali e da accordi con le gerarchie ecclesiastiche.
Ai musulmani è data piena facoltà in tutto il territorio dell’Africa Orientale Italiana di ripristinare i loro luoghi di culto, le loro antiche istituzioni pie e le loro scuole religiose. Le controversie fra sudditi musulmani saranno giudicate dai Cadi secondo la legge islamica e le consuetudini locali delle popolazioni musulmane. È garantito a tutti il rispetto delle tradizioni locali in quanto non contrastino con l’ordine pubblico e coi principii generali della civiltà.”




















"IL FARO DI MUSSOLINI" BRILLA ANCORA



Dall'elicottero della Marina militare impegnato nella missione antipirateria europea al largo delle coste somale, Alberto Alpozzi, teneva pronta la macchina fotografica. Una volta arrivati sul Corno d'Africa, il giovane fotoreporter (e architetto) torinese, non vede i pirati, ma viene attirato da un enorme fascio littorio, alto venti metri, in gran parte intatto.
Nel luglio del 2013 inizia così la storia del suo libro, Il faro di Mussolini, pubblicato dalla 001 Edizioni, che ha scatenato le ire della solita sinistra resistenziale. Una «storia avventurosa, tormentata, sanguinosa e romantica (che) meritava di essere portata fuori dagli archivi polverosi e proposta al pubblico» scrive Giorgio Ballario nella prefazione.
Il faro di 20 metri eretto sul promontorio di capo Guardafui è il più imponente e dimenticato fascio littorio ancora esistente. In realtà la prima versione dell'opera, del 1924, senza fascio monumentale, era dedicata a Francesco Crispi. E solo sei anni dopo venne sostituita con il simbolo in pietra del fascismo e dell'impero.
Capo Guardafui, «guarda e fuggi», come lo battezzarono i portoghesi nel XVI secolo, era fin dai tempi dei romani «un covo di pirati e teatro di naufragi e leggende (...) dove la regina Hatshepsut inviava le sue navi per procurarsi le spezie e il poeta Arthur Rimbaud trafficava in armi (...) crocevia delle grandi esplorazioni dell'Africa Orientale». La storia del faro iniziò prima della nascita di Mussolini e proseguì ben dopo la fine della seconda guerra mondiale. I primi a volerlo sul punto del continente africano che divide il Mar Rosso dall'Oceano Indiano, furono gli inglesi. Nel 1889 la Migiurtina, la regione più a nord della Somalia, divenne protettorato del Regno d'Italia. Mancanza di fondi, scandali, timori di Londra ritardarono la costruzione del faro fino a dopo la prima guerra mondiale. Il 5 aprile del '24 il faro cominciò finalmente a illuminare la cruciale rotta sul Corno d'Africa. Il governatore italiano della Migiurtina era Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon.
Nel '26 ben 500 somali attaccarono il presidio italiano e il capitano Alessandro Gatti si immolò trascinando nel vittorioso contrattacco i suoi 40 ascari. L'impronta fascista arrivò nel '30, come riporta il governatore di allora Guido Corni: «Feci montare la lanterna su di una torre in pietra rossa e dura del luogo, cerchiata di anelli in cemento armato e recante una scure, simbolo del littorio, che resterà nei secoli ad indicare, con la sua viva luce, la via sicura alle navi, che dall'Oriente navigano verso l'Europa».
Nella seconda guerra mondiale gli inglesi, dopo aver sbaragliato gli italiani, non abbatterono il faro di Mussolini. E restò acceso anche negli anni '50, durante l'amministrazione fiduciaria italiana. L'ultimo suo guardiano è stato Antonio Selvaggi, soprannominato «il principe di Guardafui». «Piccole e grandi storie - scrive l'autore - poi dimenticate da una nazione che troppo spesso tende ad archiviare e a voler rimuovere l'ingegno, l'intraprendenza e la buona fede dei suoi cittadini».
Chi se ne ricorda è il governatore somalo di questa fetta di Somalia, oggi regione autonoma del Puntland. Abdulkadir Mohamed è venuto a Torino per avanzare una proposta senza precedenti: «Potrebbe diventare un luogo turistico da far visitare agli italiani con un piccolo villaggio in architettura tipica migiurtina all'esterno e gli interni dotati di tutti i comfort moderni». A casa nostra la storia del faro è stata volutamente rimossa e non mancano i «resistenti» a oltranza, come il sindaco Pd di Ciriè, in provincia di Torino, il quale voleva sospendere la presentazione del libro «per motivi di ordine pubblico». Il Giornale 20/11/2015






Si ritorna ...........

  Si ritorna nell'agone politico, malgrado l'età e grazie al superamento di problemi di salute personale. Si ritorna perché l'ip...