martedì 28 gennaio 2020
AGSM Svenduta a A2A?
In pratica si svenderebbe ai lombardi un'azienda veronese che aiuta di fatto non solo l'economia ed il lavoro dei veronesi, ma anche il comune con i suoi introiti.
Tagliamo ancor più sottile, la medesima cosa è successa a Brescia dove nel giro di un anno "è saltato fuori" che vi sono centinaia di esuberi e che ovviamente serve sfoltire i dipendenti.
E' un classico delle acquisizioni delle aziende "che sanno fare utili" per loro ovviamente e non per la città e i propri dipendenti. perché l'amministrazione più "fascista" d'Italia usa metodi così strani e antisociali?
Perché non si mette sul mercato l'azienda ed ovviamente s'incassa meglio e di più?. Dato e non concesso che il bene per il comune e la città sia quello?
Si sono decisamente fortunati che Nicola Pasetto non sia in consiglio comunale, stavolta non lancerebbe topolini bianchi, bensì pantegane addestrate.
Come dicevano i nostri padri romani (antichi): Cui prodest? l'affare di AGSM?
Forse troveremo qualcuno ben piazzato in qualche CDA di A2A? o forse dirigente o simil tale in qualche azienda vicina sempre ovviamente del giro A2A?
Bello sentirli parlare di "interesse per Verona" e vederli vendere la " cassa del comune"
Nello Alessio
Difesa Sociale
lunedì 27 gennaio 2020
Il cambiamento:
Per cambiare con "la cabina elettorale" occorre una sinergia tra politici e la gente, sinergia non basata sugli interessi da spartire, ma sulle cose da togliere e quelle da fare.
Abbiamo uno Stato schizofrenico con leggi e poteri in lotta tra loro, oggi non si sa se è giusto fare il criminale o se è giusto fare il poliziotto. In ogni ambito e categoria c'e' sconcerto e confusione e ovviamente questo è il regno delle prerogative dei furbi e dei maliziosi.
La politica deve intervenire non con battute e parole d'ordine, bensì con proposte chiare che tolgano le leggi che ostacolano il lavoro, la sicurezza e la giustizia. Abbiamo un apparato legislativo vergognoso pieno di leggi che spesso servono solo ad ostacolare altre leggi.
Una Destra moderna e all'altezza dei tempi doveva già da tempo indicare le leggi da togliere e sostituirle con quelle che servono per il bene dell'Italia e degli Italiani. Certo si tratta di guardare anche certe leggi fatte o votate a destra che con la sicurezza degli Italiani, o con i diritti dei cittadini Italiani, devono essere tolte dell'ordinamento giuridico.
Basta "rivoluzioni" da campagna elettorale e si a autentiche proposte che devono rappresentare diritto e giustizia.
Nello Alessio
Difesa Sociale
elezioni regionali
Il bello della politica:
E' sicuramente complicata e con mille sfaccettature alcune considerate inferiori che però rovesciano pronostici e programmi. In Emilia Romagna è indubbio che le "sardine" abbiano attirato la roccaforte rossa in "se stessa". Gli elementi psicologici in politica possono essere più importanti della realtà.
Il collante dell'antifascismo a cui nessuno ha mai imputato i guai e l'attuale distruzione dell'Italia, era e rimane un collante forte, quasi mistico.
Forte e quasi mistico l'antifascismo perché i cosiddetti nemici dello stesso non gli hanno mai imputato le leggi, le opere, i ladri, i criminalità politico sociale e civile con cui hanno ridotto l'Italia d'oggi.
Ovvio che queste "ventata" improvvisa seppur pagata e alimentata dal potere reale della regione, ha svegliato e riportato in superficie gli uomini e le donne di sinistra di quella regione. Il forte astensionismo precedente (di sinistra), è stato richiamato a "messa", quindi a votare per salvare la "religione" della regione; religione completa che contempla sia il misticismo antifascista che l'economia reale di quasi tutti in quella regione.
Nello Alessio
Difesa Sociale
sabato 25 gennaio 2020
apparenti paradossi
Paradossi storici?
Penso al filosofo comunista Armando plebe
"catturato" da Giorgio Almirante, penso a Nicola Bombacci, fondatore del
PCI e morto con il suo vecchio compagno socialista Benito, solo i gretti non riescono a far "innamorare" l'avversario a
delle idee.
Quelle idee "spaccarono" le
famiglie a cominciare da quella di Gramsci: uno a sinistra come Vate
politico, il fratello nella RSI. In moltissime famiglie questo avvenne
tra fratelli o padri e figli. Anche per questo sarebbe ora di smettere
con l'odio (oggi Artificiale), che accontenta solo le pance dei cretini
che nemmeno conoscono le immane tragedie di migliaia di famiglie
divise. Non c'e' città o paese che non abbia provato queste divisioni e
solo la Pietà ed il rispetto verso chi ha patito, dovrebbero essere
sufficienti a calmare gli spiriti.Almirante stesso ha salvato una famiglia di Ebrei ed è a sua volta stato salvato. L'Italia è la Nazione dei paradossi, a chi obbedivano i carabinieri a Roma quando è stato fatto il primo rastrellamento contro gli Ebrei?. A quale governo visto che il governo dell'innominabile era stato tolto dal vero detentore del potere: Re Vittorio Emanuele 3°. Infatti al 25 luglio dopo il voto del Gran Consiglio il Re tolse l'incarico di Primo Ministro a Mussolini. Sempre riguardo ai "paradossi" che dire dei tanti Fascisti che salvarono le vite agli Ebrei, conosciuti e scritti nel memoriale di Gerusalemme?. Essi da quel che risulta non hanno mai rinunciato alle loro idee, al contrario di certi antifascisti di AN confluiti poi in Fratelli D'Italia.
L'assioma che uno per essere di Destra Sociale o essere Socialista Nazionale debba essere contro qualcuno è una stronzata per chi per vivere ha bisogno di nemici. Certe idee esistono per creare e non per essere contro.
Riguardo alla Signora Segre mi è piaciuta quando ha invitato i giovani a pensare con la loro testa e quando ha detto ai partigiani che anche i Fascisti hanno diritto ad avere un fiore sulle loro tombe. Per qualcuno sembra poco? per me sembra un universo in mezzo a tanta cattiveria e stupidità inutile.
Nello Alessio
Difesa Sociale
venerdì 24 gennaio 2020
PM10 se lavassimo le strade?
Riguardo all'inquinamento vi sono città talmente masochiste, come Verona da ospitare una acciaieria a nemmeno 500 metri lineari da Piazza Bra, e questo la dice lunga sulle idee e la volontà di contrastare l'inquinamento. Vi sono però delle soluzioni talmente semplici che cozzano contro le miserevoli teste dure della burocrazia italiana. A Stoccarda (Germania) hanno triplicato il lavaggio delle strade urbane ed hanno ottenuto un calo medio delle polveri sottili del 60%.
Certo occorre sapere quante volte prima lavavano le strade e quante volte nelle città italiane del nord si lavano le stesse. In poche parole, se le strade si lavano una volta ogni tanto anche l'esperimento veneto fatto con l'Arpa, per ovvie ragioni non può funzionare. Se invece il lavaggio stradale fosse perseguito con indomita volontà teutonica, probabilmente gli effetti potrebbero essere diversi e positivi.
Nello Alessio
Difesa Sociale
mercoledì 22 gennaio 2020
Scelte politiche
La scelta:
Fare politica è essenzialmente fare delle scelte, non importa le risorse a disposizione, importano le scelte con cui si usano le risorse. Pericle (Atene) fu il primo amministratore pubblico che affrontò una grossa crisi spostando le risorse della città per favorire un grosso sviluppo determinato dai piani e dai soldi pubblici. Alcuni considerano questo il primo "New deal" operato nella storia. Interesse dei politici "di casa" dovrebbe essere sempre lo sviluppo della città. In base alle capacità dell'economia cittadina i politici hanno il dovere di promuovere ciò può sviluppare la nostra Verona. Un esempio storico a Verona è stato dato dal Sindaco Camuzzoni il quale per far rinascere la città dalle condizioni economiche disastrose in cui l'avevano lasciata gli austriaci, ideò e promosse lo sviluppo industriale a mezzo del Canale che porta ancor oggi il suo nome. Questo dunque il compito dei politici.
Questa amministrazione non pensa ad aiutare la nostra economia, sembra più interessata al vecchio adagio "Panem et circensis" che di solito nasconde dell'altro, ma accontenta le "pance".
E' ora che a Verona ritorni la politica delle proposte, non importa di chi e nemmeno di che colore. Servono proposte per la città ed il lavoro di tutti.
Nello Alessio
Difesa Sociale
martedì 21 gennaio 2020
Basta sprechi neggli aiuti
Leggevo di una mamma con tre figli piccoli, sfrattata e gettata sulla strada. Ha un contratto di lavoro a 400 euro al mese. Il comune (non importa il nome sono tutti uguali), ha ritenuto "superato" il periodo di aiuto.
Oggi la bontà è il business dei privati che tra navi recupero, e case famiglia, si interessano dei poveri del mondo. Questo "amore verso il prossimo" costa miliardi allo Stato e ai Comuni Italiani, ma in questo settore sembra che il termine "tagli" non interessi ai ligi controllori delle spese pubbliche.
Non sono per il taglio ma sicuramente per un modo diverso di spendere i soldi.
200 euro al giorno per un bimbo in "Casa d'affari bontà", ma c'e' chi parla anche di 300/400 euro al giorno non sono poche e garantirebbero sicuramente un aiuto a diverse famiglie aventi bisogno d'aiuto. Certo non "mangerebbero" i privati del "bisogno pubblico" ma si favorirebbero le famiglie.
I Comuni dovrebbero aiutare le famiglie con programmi sociali atti a privilegiare l'aiuto e non certo i professionisti dell'aiuto, siano essi di Chiesa che Privati o Cooperative.
Una parte del patrimonio residenziale dovrebbe essere destinato alle madri in difficoltà e alle famiglie con problemi. Si tratta solo di fare delle scelte a livello Nazionale e Regionale e spostare le enormi cifre usate per il business della carità (che rende) alla socialità vera che permette una vita decente per tutti.
Nello Alessio
Difesa Sociale
lunedì 20 gennaio 2020
L'Italia è una democrazia?
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Il debito pubblico: inversamente proporzionale alle tasse pagate |
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Il 20% più ricco ha il 72% di tutta la ricchezza Italiana. |
Assolutamente NO l'Italia può essere considerata una demofiscalcrazia dove il potere appartiene ai burocrati dell'Agenzie delle Entrate.
Non si spiega altrimenti il fatto che una moneta legale a tutti gli effetti non possa produrre gli effetti giuridici e fiscali che le sono attribuiti per legge. Non esiste una "moneta legale elettronica" e potrebbe esistere solo quando la Repubblica sostituirà la moneta legale con una moneta elettronica.
Con la manovra del governo si toglie il diritto di pagare le tasse con la moneta a corso legale, per usare dei canali telematici molto costosi che garantiscono ulteriori guadagni a banche private nell'ambito dei doveri dei cittadini. Di fatto si garantisce al monopolio bancario di avere un vero e proprio pizzo sui doveri civici.
Perchè demofiscalcrazia?
Il potere reale è nel controllo economico dei cittadini e quando lo Stato diventa uno Stato di polizia fiscale, la "Sovranità" non è più nei cittadini controllati ma nei funzionari dell'Agenzia delle Entrate.
Può uno Stato non rispondere di quanto spende e pretendere di controllare le spese dei propri cittadini?
Ricordo che già con la Magna Charta il Sovrano, quindo lo Stato doveva rispondere di quanto e come spendeva, oggi in Italia avviene il contrario: I cittadini devono essere in regola con quanto l'Agenzia delle Entrate stabilisce a mezzo dei suoi "mezzi" di controllo. Non è forse dittatura da Stato di polizia fiscale?
Il lato tragico è che Istituzioni liberali come Confindustria vogliono questi controlli totali e porre fine al cittadino di disporre di come spendere i propri soldi come e quando vuole.
Demofiscalcrazia perché quando si obbliga un lavoratore autonomo a pagare l'anticipo sull'Irpeff dell'anno dopo, senza sapere se sarà vivo o morto è dittatura, idem per l'Iva.
Sento tante baggianate politiche riguardo al taglio delle tasse, l'Italia deve recuperare il giusto rapporto tra imprese e Stato, deve recuperare il diritto. Per diritto s'intende che dal tempo di Roma Antica, è l'accusatore che deve provare l'accusa e non l'accusato che deve provare di essere innocente. Come funziona oggi nelle Demofiscalcrazia italiana.
Milioni di partite iva chiuse in poco tempo, decine di migliaia di aziende fuggite, non dove non si pagano le tasse, ma in Francia, Svizzera, Slovenia e Austria. Al di là degli investimenti speculativi aziendali, l'Italia è l'unico Stato dove le PMI delocalizzano fuggendo da uno Stato vampiro e criminale dal punto di vista Sociale e economico. Si perchè queste politiche, guarda caso hanno permesso la nuova ridistribuzione della ricchezza, spostando nelle mani di pochi la grandissima ricchezza prodotta da tutti gli Italiani. Le dottrine fiscali non servono alla "moralità" ma a ripartire la ricchezza vera. Il fisco ha permesso questa "equa" ridistribuzione della ricchezza. Altro che onestà.
Nello Alessio
Difesa Sociale
domenica 19 gennaio 2020
Le opere del Fascismo
Ricordiamo
che ciò fu fatto in un periodo storico in cui i mezzi tecnici a
disposizione erano di gran lunga inferiori agli attuali e che durante
il ventennio ci fu una crisi economica mondiale (1929 - 1934) che ha
messo in ginocchio anche i Paesi più economicamente sviluppati (vedi
Stati Uniti).
Come
è potuto accadere che l’Italia fosse all’avanguardia in molti
campi della ricerca, che avesse dei primati nel campo dell’aviazione,
che venissero create nuove città, se non ricorrendo alla tensione
ideale che accomunava la stragrande maggioranza della popolazione?
Crisi
del 1929
- Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37
miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000
nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000
persone, 3.131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94
edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case
riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2.493
comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione
idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini montani
artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6
milioni e 663 mila kw e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932
c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un risparmio di 600.000
tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali,
provinciali e comunali, 436 km di autostrade.
Sorsero
i “tempi
fascisti”,
così detti per indicare “in poco tempo”.
Nei
primi dieci anni del mio governo, amava puntualizzare il Duce, si è
speso in opere pubbliche più di quanto abbiano speso i governi
liberali nei primi sessant’anni dall’Unità d’Italia.
Fatti,
non parole.
IL
SEGRETO? MUSSOLINI NON RUBAVA
Quando
Benito Mussolini fu appeso per i piedi a piazzale Loreto, dalle sue
tasche non cadde un centesimo. Fuori di metafora, è dimostrato che i
fascisti, dal più umile gregario al più alto gerarca, non hanno
approfittato della loro posizione di potere per rubare, per
arricchirsi per frodare lo Stato ed i cittadini come invece sta
succedendo adesso dove partiti (TUTTI) e uomini politici e delle
istituzioni sono sorpresi ogni giorno con le mani nella marmellata a
rubare, a frodare a profittare arricchendosi a spese dello stato e
dei cittadini e dove chi non ha rubato di persona è comunque a
conoscenza di tali furti ed è d’accordo con essi ed è quindi
complice di chi ha materialmente rubato.
Nel
1944, con decreto legislativo luogotenenziale del 27 luglio 1944, n.
59, fu stabilito di perseguire coloro che, in ragione delle loro
cariche, avessero tratto profitti economici dal regime.
Il
citato decreto si applicava in particolare a:
1.
i profitti derivati dalla partecipazione o adesione al regime
fascista,
2.
gli incrementi patrimoniali conseguiti dopo il 28 ottobre 1922 da chi
avesse rivestito cariche pubbliche o comunque svolta attività
politica, a meno che gli interessati non avessero dimostrato la
lecita provenienza degli stessi.
L’accertamento
e la liquidazione dei profitti di regime erano demandati ad una
Sezione speciale della Commissione provinciale delle imposte, formata
dal presidente del Tribunale o dal giudice da lui delegato e da
quattro commissari nominati dal Ministro per le finanze su
designazione del Prefetto fra cittadini di provata probità e
competenza. Il procedimento avveniva sotto la vigilanza dell’Alto
Commissariato per le sanzioni contro il Fascismo, istituito nel
luglio 1944.
Non
ci sono notizie di risultati positivi da parte delle suddette
commissioni.
Se
tali risultati ci fossero stati sarebbero certissimamente stati
divulgati con grande clamore da tutto l’antifascistume che non
avrebbe visto l’ora di addossare ai fascisti delle colpe così
gravi e così infamanti per sostenere la sua propaganda antifascista!
Il fatto che non ci sia stato nemmeno il pur minimo accenno con i
nomi e cognomi di chi avrebbe tratto profitto dal regime fascista,
dimostra che tali profitti non ci furono ed in conclusione che I
FASCISTI NON RUBAVANO.
Le
opere pubbliche in Italia costano oggi circa tre volte rispetto alla
Germania, e di solito sono peggiori. Il che vuol dire che il 70% -
80% della spesa per tali opere viene rubato o sprecato, oltre al
fatto che molte di queste opere vengono decise e progettate non
perché siano utili ma per rubare.
Ci
e vi chiediamo: cosa succederebbe oggi se analoghe commissioni
d’indagine indagassero sui profitti di questo regime democratico
nato dalla resistenza e dalla sconfitta militare ..???
Agricoltura
e bonifiche
Attacco
al latifondo siciliano: i
proprietari terrieri passarono dai 54.760 del 1911 a 222.612 del
1926.
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1922
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A
dicembre istituito il Parco Nazionale del Gran Paradiso
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1923
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Legge
sulla bonifica idraulica e la difesa del suolo (R.D. 3256 del
30/12/1923)
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1923
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Riconoscimento
del Parco Nazionale dell’Abruzzo
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1924
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Legge
sulle trasformazioni agrarie di pubblico interesse.
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1925
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Inizio
della Battaglia del Grano. Nel 1925 le importazioni di cereali
ammontano a 25.000.000 di quintali e incidono nella misura di 4
miliardi di lire, circa la metà del deficit della bilancia
commerciale italiana. Nel 1931, con una produzione di 81.000.000
di quintali, l‘Italia per la prima volta copre quasi per intero
il suo fabbisogno di cereali. La produzione di grano per ha nelle
zone bonificate raggiunse i 16,1 quintali, il doppio rispetto agli
Usa.
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1926
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Riorganizzazione
dei Consorzi Agrari che ora offrono credito agrario senza
interessi per acquisti di sementi, concimi, macchine agricole e
bestiame; viene così abbattuta l’usura e la speculazione dei
grandi distributori privati. I Consorzi organizzarono anche la
gestione degli ammassi; il primo ammasso volontario del grano fu
nel 1935 con 12 milioni di quintali di grano. Nel 1938, per
esigenze autarchiche, ne vennero ammassati 40 milioni.
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1928
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Viene
fondato Villaggio Mussolini, poi Mussolinia, oggi Arborea
considerata un museo a cielo aperto dell’urbanistica
razionalista (bonifica terralbese - Sardegna)
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1928
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Monteruga
(Lecce) - E’ un villaggio tipico dell’Ente Riforma, che
all’apice del suo splendore aveva fino a 800 abitanti. Oggi è
un villaggio fantasma con la sua scuola, la sua chiesa intitolata
a sant’Antonio Abate, la sua piazza centrale, lo stabilimento
vitivinicolo, il frantoio, il deposito tabacchi, le case dei
contadini in mezzo a ettari ed ettari di uliveti secolari e
vigneti: tutto abbandonato! Dopo la privatizzazione degli anni
‘80.
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1929
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Inizia
la bonifica dell’Agro Pontino affidata all’O.N.C. Nell’Agro
Pontino furono costruite 3.040 case coloniche, 499 km di strade,
205 km di canali, 15.000 km di scoline; dissodati 41.600 ha di
terreno. Costruiti 14 nuovi borghi.
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1932
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Agro
Pontino: Inaugurata Littoria
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1932
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Istituzione
dell’Ente finanziario dei consorzi agrari.
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1932
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Canale
Virgilio - Ha origine da una deviazione del fiume Mincio in
corrispondenza della diga di Salionze. La sua lunghezza è di
circa 18,5 km. Costruito tra l'ottobre del 1930 e il maggio del
1932. L'opera coinvolse numerosa manovalanza (lo scavo è avvenuto
senza ausilio di mezzi meccanici) presenta alcune opere di
discreto impegno come il ponte a Monzambano e l'attraversamento
del Ponte visconteo a Borghetto di Valeggio sul Mincio.
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1932
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Bonifica
delle aree insalubri del Sele. Acquedotto Pugliese. Se la prima
fontana sgorgò a Bari nel 1915, il Salento dovette aspettare il
Fascismo per il completo allacciamento all’Acquedotto Pugliese,
realizzato con la costruzione del Grande Sifone Leccese. Data la
sua natura prevalentemente sotterranea, l’opera è visibile sul
territorio attraverso impianti di sollevamento, stazioni di
pompaggio e serbatoi idrici, infrastrutture spesso realizzate con
grande cura dal punto di vista architettonico. Una delle più note
è il gigantesco serbatoio idrico di Corigliano d’Otranto del
1932, alto 40 metri e visibile a chilometri di distanza. Ma il
vero simbolo di tutto l’Acquedotto Pugliese si trova a Santa
Maria di Leuca: qui l’opera alimenta una imponente cascata
contornata da una scalinata in marmo di 284 gradini. Alla fine
della cascata si trova una colonna romana fatta inviare da
Mussolini nel 1939, anno dell’inaugurazione.
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1934
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Parco
Nazionale del Circeo
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1934
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Agro
Pontino: Inaugurata Sabaudia, giudicata una dei più raffinati
esempi di urbanistica razionale europea, in particolare, ancora
oggi ammirata, la chiesa dell’Annunciazione.
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1935
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Agro
Pontino: Inaugurata Pontinia
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1935
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Istituito
il Parco Nazionale dello Stelvio
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1937
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Agro
Pontino: Inaugurata Guidonia, fondata nel 1935
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1937
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Agro
Pontino: Inaugurata Aprilia
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1937
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Viene
fondata Carbonia (bonifica del Sulcis - Sardegna)
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1939
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Costituzione
dei Consorzi agrari provinciali, continuando con la costruzione di
numerose sedi dalla tipica architettura fascista.
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1939
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Agro
Pontino: Inaugurata Pomezia, fondata nel 1938
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1939
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Viene
fondata Fertilia (bonifica della Nurra - Sardegna); posa della
prima pietra nel 1936.
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Bonifica
delle aree insalubri del Veneto
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Bonifica
delle aree insalubri dell’Emilia-Romagna
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Bonifica
delle aree insalubri della Maremma Toscana: Albinia nacque a
seguito della fu eretta frutto di un intervento di pianificazione
territoriale che incluse la bonifica delle paludi del fiume
Albegna.
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Bonifica
delle aree insalubri della pianura del Garigliano
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Bonifica
delle aree insalubri del Volturno
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Bonifica
delle aree insalubri del Tavoliere delle Puglie
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Bonifica
delle aree insalubri della
Basilicata
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Bonifica
delle aree insalubri della Piana di Sibari
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Bonifica
delle aree insalubri della Sila
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Bonifica
delle aree insalubri del Neto
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Bonifica
delle aree insalubri della piana di Catania
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Bonifica
delle aree insalubri del Campidano (Sardegna)
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I risultati delle bonifiche e delle
leggi rurali: 5.886.796 ettari bonificati, tra il 1923 e il 1938,
un confronto è necessario fra il periodo pre-fascista, quando in
52 anni nell’intera Penisola furono bonificati appena 1.390.361
ettari. A queste vanno aggiunte quelle delle colonie (Eritrea,
Libia, Etiopia e Albania). Si aggiungano 32.400 chilometri di
strade; 5.400 acquedotti; 15 nuove città e centinaia di borghi;
oltre un milione di ettari di terreno rimboscati; un milione di
fabbricati rurali; l’incremento della produzione che passò da
100 a 2.438; il lavoro agricolo per ettaro che aumentò da 100 a
3.618; i lavoratori occupati nelle opere di bonifica e nei nuovi
poderi superavano le 500 mila unità.
Né va dimenticata la sconfitta
della malaria
che causava centinaia di morti ogni anno en riducevano spesso la
durata della vita a 40 anni.
Un particolare cenno merita il
canale che, attingendo acque dal Po, irriga ampie zone delle
provincie di Modena e Mantova. Un altro dato significativo sulla
qualità tecnica raggiunta nel settore agricolo dal nostro Paese,
è la comparazione fra i 16,1 quintali di frumento per ettaro
raggiunto nelle terre bonificate e la produzione statunitense,
considerata la migliore, ferma a 8,9 quintali/ettaro.
L’attribuzione ai braccianti
di poderi nelle zone di bonifica è il fiore all’occhiello della
politica rurale fascista. Come si vede, traguardi che cambiarono
il volto dell’Italia.
Nel
1922 i braccianti erano oltre 2 milioni: nei primi anni del ’40
il loro numero si ridusse a soli 700 mila unità, gli altri erano
divenuti proprietari, mezzadri o compartecipi di piccole o grandi
aziende.
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In
tutto vennero fondate 15 nuove città: Littoria, Pontinia,
Sabaudia, Cervinia, Cvic (J), Resa (J) Guidonia, Aprilia,
Carbonia, Pomezia, Volania, Segezia, Marconia, Fertlia, Alberese,
Mussolinia, Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e Pozzo Littorio; oltre a
centinaia di borghi.
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Oltre
1.000.000 di ha di terreno rimboscati.
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Ferrovie
1931
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Inaugurazione
della nuova stazione ferroviaria di Milano Centrale. La
costruzione iniziata nel 1913 ma sospesa per la guerra. Con nuovo
disegno e con le arcate in acciaio lunghe 341 metri (ricoprono
un’area di mq 66.500), la costruzione iniziò a ritmo sostenuto
nel 1925. La facciata è larga 200 metri e la volta alta 72 (un
record per allora). Viene ancora oggi ritenuta una
delle stazioni più belle del mondo.
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1931
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Inaugurata
la stazione di Santa Maria Novella di Firenze, costruita in soli 3
anni.
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1932
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Inaugurata
la ferrovia Roma - Viterbo
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1934
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Inaugurata
la direttissima Bologna - Firenze
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1934
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Nasce
la Littorina: una di queste automotrici compie il tragitto Torino,
Mosca, Leningrado, Mar Nero, Mosca, Torino di km 12.000. Compie la
traversata Mar Baltico - Mar Nero in 35 ore (25 ore in meno dei
più rapidi treni locali, stabilendo un primato di tempo ancora
imbattuto).
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L’intera
rete ferroviaria fu ampliata e pressoché elettrificata; il
materiale rotabile sostituito. L’Italia ebbe la rete ferroviaria
più attrezzata ed efficiente d’Europa.
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1938
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Inizio
costruzione metropolitana di Roma per il collegamento tra la
stazione Termini ed il quartiere dove, nel 1942, si doveva tenere
l’Esposizione Universale (nel 1940 completata al 60%).
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1939
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-
L’elettrotreno ETR.212 con a bordo numerosi tecnici ed autorità
politiche, partì alle ore 12.00 da Firenze S.M. Novella e giunse
a Milano Centrale alle ore 13.55 ottenendo il primato
mondiale di velocità
commerciale
(164 km/h) su lungo percorso (315 km).
L’elettrotreno
ETR.209 fu esposto alla Fiera Universale di New York (1939-1940).
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Economia
1923
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Salva
dalla bancarotta l’Ansaldo, il Banco di Roma e l’Ilva (1923 -
1924).
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1924
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Pareggio
di bilancio.
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1927
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La
Carta del Lavoro - Il Lavoro è un dovere sociale tutelato
dallo Stato. Suo scopo è il benessere dei produttori e lo
sviluppo della potenza nazionale. I contratti collettivi di lavoro
esprimono la solidarietà fra i vari fattori della produzione,
mediante la conciliazione degli opposti interessi dei datori di
lavoro e dei lavoratori e la loro subordinazione agli interessi
superiori della produzione. L‘iniziativa privata è lo strumento
più efficace e più utile nell‘interesse della Nazione.
L‘intervento dello Stato nella produzione ha luogo solo quando
l‘iniziativa privata manca o è insufficiente, o quando sono in
gioco gli interessi politici dello Stato. Si trattava di un
documento che vietava il ricorso allo sciopero ed alla serrata, e
delegava direttamente all’autorità dello Stato fascista
l’azione conciliatrice.
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1929
|
La
crisi mondiale scoppiata nel 1929 negli Stati Uniti aveva fatto
sentire i propri effetti in Italia nel 1930: crollo delle
quotazioni dei titoli azionari del 40%; produzione agricola - 11%;
produzione manifatturiera - 15%; disoccupazione ad un milione di
persone. Le banche principali che avevano prestato grosse somme
alle imprese accettando come garanzia le azioni delle aziende
debitrici, quando le aziende andarono in crisi e divennero
insolventi, rimasero con una montagna di pezzi di carta (le
azioni) senza valore. Lo Stato prima acquistò le azioni delle
banche, poi si fece carico dei maggiori investimenti industriali
salvando dal fallimento le banche e le imprese. Protesse così
milioni di piccoli risparmiatori dalle insolvenze delle banche.
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1929
|
Il
mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37
miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000
nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000
persone, 3.131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94
edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case
riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2.493
comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione
idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini
montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184,
aumentati 6 milioni e 663 mila Kw e 17.000 km di linee elettriche;
nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un
risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di
strade statali, provinciali e comunali, 436 km di autostrade.
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1930
|
Fiera
del Levante di Bari - Inaugurazione della più grande fiera del
Mediterraneo
|
1931
|
IMI
(Istituto mobiliare italiano: per l’acquisto delle azioni delle
banche in difficoltà. Nasce il capitalismo di Stato. I comunisti
distrussero il capitale, il Fascismo se ne servì per il bene
comune. La nuova istituzione ha come scopo principale l‘esercizio
del credito a media scadenza, deve raccogliere il risparmio,
attraverso l‘emissione di obbligazioni decennali, per
indirizzarlo verso il finanziamento di iniziative di salvataggio e
di rilancio delle industrie in difficoltà a causa della grande
crisi.
|
1933
|
IRI
(Istituto per la ricostruzione industriale): per l’acquisto e lo
sviluppo delle imprese industriali. Organo economico a cui è
affidato il compito di fornire prestiti a scadenza ventennale alle
industrie con denaro ottenuto attraverso l‘immissione sul
mercato di obbligazioni garantite dallo Stato. La sezione
smobilizzi acquisisce importanti partecipazioni azionarie di
industrie nei vari settori, telefonico, marittimo, edile,
finanziario, meccanico, siderurgico.
|
1934
|
L‘IRI
acquisisce il controllo dei più grandi istituti di credito ed
entra in possesso dei pacchetti azionari delle industrie che
questi detengono.
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1937
|
Istituzione
delle Casse Rurali e Artigiane (R.D. 26/8/1937 n. 1706)
|
1938
|
La
Banca d’Italia passa completamente in mano pubblica; il suo
Governatore assume il ruolo di Ispettore sull’esercizio del
credito e la difesa del risparmio.
|
Ammodernò
il Pubblico Catasto urbano e dei terreni. Mappò tutto il
territorio nazionale compilando le mappe altimetriche usate ancora
oggi e da allora mai aggiornate.
|
|
Accordi
commerciali con tutti gli Stati, compresa l’Urss.
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Marina
1925
|
Potenziamento
marina civile e militare: nel 1932 è tra le più importanti del
mondo
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1931
|
Varo
della nave scuola Amerigo Vespucci
|
Nuova
stazione marittima di Genova
|
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Varo
del transatlantico Rex: la più sofisticata e veloce nave del
mondo: Gibilterra New York in 4 giorni, 13 ore e 58 minuti.
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1937
|
Varata
la corazzata Vittorio Veneto
|
1940
|
Completamento
e inaugurazione del bacino di Porto Marghera per portare le navi
fino agli stabilimenti di armamento e riparazione
|
1940
|
Porto
di Napoli e Porto di Messina
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Leggi
1923
|
Codice
Forestale e istituzione della Guardia Forestale.
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1923
|
Legge
sulla bonifica idraulica e la difesa del suolo
|
1923
|
Legge
sulle trasformazioni agrarie di pubblico interesse
|
1923
|
Istituzione
dell’Archivio Statale
|
1923
|
Unione
delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria
e Confagricoltura)
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1928
|
Creazione
dell’Albo dei giornalisti
|
1928
|
Legge
Mussolini: Bonifica integrale con opere affidate all’ONC
|
1929
|
Firma
dei Patti Lateranensi
|
1930
|
Codice
Penale (copiato poi da Ataturk, il fondatore della Turchia)
|
1933
|
Codice
di Procedura Penale
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1933
|
Legge
sull’assegno bancario e circolare
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1935
|
Istituzione
del corpo dei Vigili del Fuoco
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1936
|
Legislazione
sul Turismo
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1936
|
Riforma
bancaria: tra il 1936 ed il 1938 la Banca d’Italia passò
completamente in mano pubblica e il suo Governatore assunse il
ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del
risparmio.
|
1938
|
Bonifica
linguistica: eliminazione di termini stranieri dal vocabolario.
|
1939
|
Carta
della scuola
|
1940
|
Codice
di Procedura Civile
|
1942
|
Codice
Civile
|
1942
|
Codice
della strada
|
1942
|
Testi
Unico delle Leggi di pubblica sicurezza
|
1942
|
Codice
della Navigazione
|
1944
|
Socializzazione
delle imprese - Legge della Repubblica Sociale Italiana.
|
Leggi
sociali
1923
|
L'attività
del Governo Mussolini fu un susseguirsi costante di decreti e
leggi di chiare finalità sociali all'avanguardia non solo in
Italia ma, addirittura, nel mondo. Quelle leggi, di cui i
lavoratori italiani ancora oggi godono i privilegi, sono quelle
volute da Mussolini nei suoi vent'anni di Governo. Qualsiasi
confronto con quanto fatto dai Governi di questo dopoguerra,
risulterebbe stridente.
|
1923
|
Assicurazione
invalidità e vecchiaia (R.D. 30/12/1923 n. 3184)
|
1923
|
Riforma
della Scuola (Riforma Gentile): nuovi programmi, obbligo
scolastico fino a 14 anni, educazione fisica obbligatoria,
refezione scolastica, scuole professionali, …..
|
Lotta
contro l’analfabetismo: dal 1923 al 1936 siamo passati dai
3.981.000 a 5.187.000 alunni; studenti medi da 326.604 a 674.546,
universitari da 43.235 a 71.512. In Europa eravamo i più
analfabeti; siamo diventati gli ultimi.
|
|
1923
|
Assistenza
ospedaliera per i poveri (R.D. 30/12/1923 n. 2841)
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1923
|
Tutela
del lavoro di donne e fanciulli (R.D. 26/4/1923 n. 653)
|
1925
|
Opera
Nazionale Maternità e Infanzia (O.N.M.I.; R.D. 10/12/1925 n.
2277) - Venivano visitati da operatori stranieri per studiarne
l’organizzazione; nel 1934 delegazione cinese.
|
1925
|
Assistenza
illegittimi e abbandonati o esposti (R.D. 8/5/1925 n. 798)
|
1925
|
Opera
Nazionale Dopolavoro (nel 1935 aveva 771 cinema, 1.227 teatri,
2.066 filodrammatiche, 994 scuole corali, 2.130 orchestre, 3.787
bande, 1.032 associazioni professionali e culturali, 6.427
biblioteche, 11.159 sezioni sportive, 4.427 di sport agonistico).
I
comunisti la chiamarono casa del popolo.
|
1926
|
Doposcuola
per il completamento degli alunni
|
1926
|
Assicurazione
contro la disoccupazione (R.D. 30/12/1926 n. 3158)
|
1927
|
Pubblicata
la Carta del Lavoro.
|
1927
|
Magistratura
del lavoro.
|
1927
|
Assistenza
obbligatoria contro la TBC - Costituzione di Consorzi Provinciali
(R.D.
27/10/1927 n. 2055)
|
1927
|
Colonie marine
- Se nel 1927 i bambini
ospitati erano 54 mila dopo undici anni il numero arrivò a quota
772 mila in 4.357 colonie sparse su tutto il territorio nazionale,
ma concentrate soprattutto sul litorale toscano e romagnolo.
Strutture imponenti progettate dai migliori architetti del tempo
che avevano carta bianca: l'unico obiettivo era quello di
comunicare la modernità intesa come valore dell'avanguardia e del
regime. Così si realizzarono costruzioni dalle forme futuristiche
come la colonia Figli italiani all'estero a Cattolica, disegnata
da Clemente Busiri Vici e la Varesina di Milano Marittima con la
maestosa rampa, il complesso di Calambrone in Toscana e la Fara a
Chiavari. Le colonie diventano il modo di sperimentare il
linguaggio architettonico in chiave funzionalista e razionalista.
Nel dopoguerra, verso la fine degli anni settanta si assiste alla
dismissione (con svendite per poche lire) e abbandono delle
strutture al degrado.
|
1928
|
Esenzione
tributaria per le famiglie numerose (R.D. 14/5/1928 n. 1312)
|
1928
|
Befana
Fascista - si raccolgono regali in denaro o in natura da destinare
alle famiglie più povere. Nel 1932 i pacchi superavano il numero
di 1.243.000.
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1928
|
Assicurazione
obbligatoria contro le malattie professionali (R.D. 13/5/1928 n.
928)
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1929
|
Istituzione
dell’Opera Nazionale Orfani di Guerra (R.D. 1397 del 26/7/1929).
|
1929
|
Accademia
d’Italia, fondata con il compito di promuovere e coordinare il
movimento intellettuale italiano nel campo delle scienze, delle
lettere e delle arti. Tra gli accademici: Enrico Fermi, Gioacchino
Volpe, Guglielmo Marconi, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Gentile.
|
1932
|
Istituzione
dei treni popolari per la domenica con il 70% di sconto.
|
1932
|
Istituzione
dei Littorali dello sport, tra gli universitari italiani.
|
1934
|
Istituzione
dei Littorali della Cultura e dell’Arte. Partecipanti famosi:
Michela gelo Antonioni, Carlo Bo, Luigi Comencini, Renato Guttuso,
Pietro Ingrao, Alberto Lattuada, Franco Modigliani, Aldo Moro,
Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini, Edilio Rusconi, Paolo Emilio
Taviani, Giorgio Almirante.
|
1935
|
Istituzione
del sabato fascista: giornata dedicata ad attività culturali,
sportive, paramilitari e professionali.
|
1933
|
I.N.A.I.L.
- Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni
sul Lavoro (23/3/1933 n. 264)
|
1935
|
I.N.P.S.
- Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (R.D. 4/10/1935 n.
1827)
|
1935
|
Istituzione
del libretto del lavoro (R.D. 112 del 10/1/1935).
|
1936
|
Istituzione
dei Littorali del Lavoro con l’obiettivo, riuscito, di
avvicinare e cementare tra loro le differenti classi sociali
giovanili.
|
1937
|
Settimana
lavorativa di 40 ore (R.D. 29/5/1937 n. 1768) a parità di
salario: l’Italia fu il primo
paese al mondo ad
introdurre questa misura.
|
1937
|
E.C.A.
- Ente Comunale di Assistenza (R.D. 3/6/1937 n. 817)
|
1937
|
Assegni
familiari (R.D. 17/6/1937 n. 1048)
|
1939
|
Carta
della Scuola: principi, fini e metodi della scuola fascista.
|
1935
|
Istituzione
del sabato fascista
|
1943
|
I.N.A.M.
- Istituto per l’Assistenza di Malattia ai Lavoratori (11/1/1943
n. 138)
|
1943
|
Istituto
Autonomo Case Popolari
|
1943
|
Istituto
Nazionale Case Impiegati Statali
|
Opere
architettoniche e infrastrutture, opere pubbliche e strade
1923
|
Obbligo in tutta
Italia di tenere la destra sulle strade. Prima, ad esempio, a
Ravenna si teneva la destra, a Bergamo e a Roma si teneva la
sinistra, a Brescia la destra. Nella provincia di Como si teneva
la sinistra ma nei circondari di Varese e Lecco «prevaleva la
mano destra».
|
1923
|
Costruzione
dell’autodromo di Monza.
|
1924
|
Inaugurazione
dell’autostrada Milano - Varese (la
prima autostrada
al mondo) a 20 mesi
dalla pubblicazione del progetto. Vedi “Le autostrade in Italia
e all’estero” del TCI.
|
Istituto
delle ricerche diretto da G. Marconi
|
|
Osservatori
di Trieste, Genova, Merate, Brera, Campo Imperatore
|
|
Palazzo
della Previdenza Sociale in ogni capoluogo di provincia
|
|
1925
|
Fondazione
dell’istituto LUCE per la “diffusione della cultura popolare e
della istruzione generale per mezzo delle visioni
cinematografiche”.
|
1927
|
Idroscalo
di Milano. Nel 1927 il Fascismo varò una legge per la
realizzazione di un "Idroscalo" per la città di Milano.
Vero mare, perfino salato, arenile, pini marini, bagnanti,
bagnini. L’"Idroscalo" è un grande canalone lungo 3
Km e largo 300 metri con 300 di testata per le manovre dei
velivoli. Il bacino occupa una superficie di 610.000 mq. È
alimentato da acque sorgive. L’Idroscalo è sempre stato
segnalato come pantano. Il Duce l’ha trasformato in bacino, un
lago, una "fetta" di mare con tutte le caratteristiche
marine. Questo spettacolare miracolo fu inaugurato nel 1930.
L’arenile ha 100 cabine, ha il suo "lungomare", con
alberi intorno, alberghi, luna park, campi sportivi, prati. Al
centro del bacino vi è un’isoletta che può essere raggiunta
facilmente con una barca e trovarvi ogni divertimento.
|
1927
|
Autostrada
Milano - Brescia inaugurata nel 1931 (eseguita in quattro anni)
|
1928
|
A
Milano, inaugurato l’Istituto Nazionale per la cura dei tumori,
ancora oggi il più grande centro oncologico della Lombardia. Fu
dotato di ben 300 mg di radio, un quantitativo enorme per quei
tempi.
|
1928
|
Nasce
la Biennale di Venezia
|
1929
|
Autostrada
Napoli - Pompei
|
1929
|
Inaugurata la
Piscina Romano (Milano) dell’architetto Luigi Secchi; con i suoi
4000 metri quadri di vasca era la
più grande d’Europa.
|
1930
|
Verona:
Magazzini generali con impianti frigoriferi all’avanguardia in
Europa
|
1930
|
Rovigo:
case di abitazione ancora oggi ammirate per l’architettura
monumentalista e razionalista
|
Roma:
Metropolitana
|
|
Roma:
Stadio dei Marmi
|
|
Roma:
Città universitaria inaugurata nel 1935
|
|
Roma:
Fondazione
di Cinecittà - Nel 1935, dopo la distruzione a causa di un
incendio gli studi della casa di produzione Cines, fu individuata
lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa
500.000 metri quadrati per la realizzazione della nuova città del
cinema. I lavori ebbero inizio il 26 gennaio 1936 con la posa
della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937,
avvenne l'inaugurazione dei nuovi stabilimenti del Quadraro. I
progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati
dall'architetto Gino Peressuti; oltre ad essi venne prevista la
creazione di un centro industriale cinematografico integrato che
comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova
sede dell'Istituto Luce e quella del Centro Sperimentale di
Cinematografia.
|
|
1932
|
Roma:
Inaugurazione di Via dell’Impero tra Colosseo e Piazza Venezia,
dopo una massiccia opera di demolizione dell'intero quartiere
(iniziata nel 1924) effettuata, per decisione di Mussolini.
|
1932
|
Roma:
Inaugurata la nuova sede del Ministero delle Corporazioni
|
1932
|
Grosseto:
Palazzo delle Poste, ancora oggi ammirato per architettura
monumentalista e razionalista
|
Inaugurazione
della Diga di Santa Chiara (impianto idroelettrico sul Tirso -
Sardegna) con la formazione del lago Omodeo, il bacino artificiale
più grande d’Europa.
|
|
1932
|
Istituzione
della Mostra del cinema di Venezia.
|
1932
|
Inaugurazione
Diga sul Sele (Puglia) con l’invaso artificiale di Persano.
|
1932
|
Autostrada
Firenze – Mare
|
1932
|
Autostrada
Torino – Milano
|
1933
|
Autostrada
Genova - Serravalle (al casello di Serravalle Scrivia si trova una
scultura commemorativa con scritto ancora “Anno di inizio lavori
1930, ultimato lavori 1933”).
|
1933
|
Autostrada
Venezia – Padova
|
1933
|
Bolzano:
Casa del balilla, ancora oggi ammirata per l’architettura
monumentalista e razionalista
|
1933
|
Creazione
del terminal automobilistico di Piazzale Roma a Venezia
(1931-1933).
|
1934
|
Venezia
- In 657 giorni costruito il ponte del Littorio (oggi della
Libertà, forse di rubare), che collega Venezia alla terraferma.
All'epoca, con i suoi quasi quattro chilometri di lunghezza, il
ponte translagunare era il più lungo del mondo, mentre
attualmente è il più lungo d'Italia. Siccome verso la fine
l’ing. Eugenio Miozzi si accorse di aver speso meno di quanto
gli avevano dato, decise di usare l’avanzo per costruire,
davanti alla stazione ferroviaria, un nuovo ponte che scavalcasse
il Canal Grande, il ponte degli Scalzi (costruito in pietra
d’Istria, senza nessuna armatura). I lavori cominciarono 9
giorni dopo l’inaugurazione del Ponte del Littorio da parte del
Duce e fu pronto in 542 giorni. E poiché verso la fine di questa
seconda opera si accorse di avere speso meno del previsto, decise
di demolire il vecchio ponte in ferro dell’Accademia (in
condizioni pietose) per sostituirlo con uno provvisorio di legno.
Abbattimento, rimozione dei detriti, costruzione del nuovo
manufatto e inaugurazione: un mese. Il ponte di legno, è ancora
lì.
|
1934
|
Costruzione
dell’autorimessa di Sant’Andrea, una delle maggiori opere di
architettura razionalista a Venezia (1931-1934).
|
1934
|
Inaugurata la
piscina coperta Cozzi (Milano); fu costruita con criteri
tecnologici d’avanguardia, tanto da essere considerata
"esemplare" in tutta Europa e degno di ospitare
competizioni di livello internazionale. all’epoca
dell’inaugurazione, la
più grande piscina coperta d’Europa.
|
1935
|
l'It L’Italia aveva già 500
chilometri di autostrade, un primato
in Europa.
|
1935
|
Milano:
Costruzione del quartiere popolare di San Siro; gigantesco
quadrilatero con oltre 6.000 alloggi; un’opera d’avanguardia
per quei tempi, le prime case popolari con il bagno
nell’appartamento e gli infissi di qualità (spesso ancora
funzionanti).
|
1935
|
Milano:
Palazzo di Giustizia edificato tra il 1932 ed il 1940, in “Stile
Novecento”, teorizzato da Margherita Sarfatti. Caratteristica di
questo stile era il “ritorno all’ordine”. Interamente
rivestito in pietra, decorato con numerosi mosaici, altorilievi,
affreschi e sculture. Imponenti frasi latine riguardano i principi
della Giurisprudenza. Tra queste: “I
precetti del diritto sono questi: vivere onestamente, non ledere
l'Altro, attribuire a ciascuno il suo”. “La Giurisprudenza è
la scienza degli affari divini e umani, dei fatti giusti ed
ingiusti”.
|
1935
|
Centro
sperimentale di Guidonia. Il centro comprendeva tutti i settori
della ricerca aeronautica; c’erano molti impianti
all’avanguardia: la galleria del vento a doppio ritorno, la
galleria ultrasonica, il simulatore di vuoto una centrifuga per lo
studio del disorientamento spaziale. Era un centro di eccellenza a
livello mondiale nella sperimentazione aeronautica. Distrutto nel
1944.
|
1936
|
Roma:
Viale della Conciliazione. Progettata a seguito dei Patti
Lateranensi del 1929 con la demolizione della Spina di Borgo. Il
progetto fu approvato da Mussolini e da Papa Pio XI.
|
1936
|
Roma:
palazzo della Farnesina, sede del Ministero Affari Esteri
|
1936
|
Venezia:
inaugurato il nuovo Palazzo del Cinema.
|
1936
|
Roma:
Fondazione
di Cinecittà - Nel 1935, dopo la distruzione a causa di un
incendio gli studi della casa di produzione Cines, fu individuata
lungo la via Tuscolana, in piena campagna romana, un'area di circa
500.000 metri quadrati per la realizzazione della nuova città del
cinema. I lavori ebbero inizio il 26 gennaio 1936 con la posa
della prima pietra e dopo soli quindici mesi, il 28 aprile 1937,
avvenne l'inaugurazione dei nuovi stabilimenti del Quadraro. I
progetti dei primi dodici teatri di posa furono elaborati
dall'architetto Gino Peressuti; oltre ad essi venne prevista la
creazione di un centro industriale cinematografico integrato che
comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova
sede dell'Istituto Luce e quella del Centro Sperimentale di
Cinematografia.
|
1936
|
Napoli:
Stazione marittima, ancora oggi ammirata per l’architettura
monumentalista e razionalista
|
1937
|
Roma:
Inizia l’edificazione del quartiere dell’EUR (doveva essere
inaugurato nel 1943)
|
1937
|
Roma:
Inizia la costruzione dell’Istituto Nazionale Luce
|
1937
|
Predappio:
Casa del Fascio, ancora oggi ammirata per l’architettura
monumentalista e razionalista
|
1937
|
Inaugurazione
nuova sede del Consiglio delle ricerche
|
1938
|
Costruzione
del Casinò Municipale al Lido di Venezia; ing. Eugenio Miozzi
(1937-1938).
|
1938
|
Roma:
Inaugurazione dell’Ara Pacis
|
1940
|
Messina:
Palazzo Littorio, ancora oggi ammirato per l’architettura
monumentalista e razionalista
|
1940
|
Inaugurazione
del Parco congressuale di Napoli, ancora oggi, il più grande del
Mezzogiorno, a soli 5 minuti a piedi dalla stazione FS di Campi
Flegrei, a 15’ dall’aeroporto e a 10’ dal porto.
|
Era
nato lo stile architettonico Impero
|
|
1944
|
Inizia
a produrre la centrale idroelettrica di Bussolengo (VR) la cui
costruzione era iniziata nel 1939. In grado di produrre mediamente
l’energia elettrica annua di circa 210.000 famiglie. Sfrutta
l’acqua del Canale Biffis (costruito tra il 1928 ed il 1943) che
la preleva dal fiume Adige vicino ad Ala (TN) e la reimmette, dopo
44 km a Chievo di Verona. Portata circa 135 mc al secondo.
|
Tecnica
1926
|
Venezia:
inaugurato il primo aeroporto civile d’Italia. Adornato da
prestigiosi quadri degli anni 30 firmati dal pittore futurista
Tato (Guglielmo Sansoni). Ancora oggi classificato dalla BBC al 3°
posto tra i più belli del mondo.
|
1926
|
Consegna
ad Amundsen il dirigibile Norge
|
1927
|
Creazione
dell’EIAR, Ente italiano audizioni radiofoniche.
|
1927
|
A
Taliedo (Milano) l’ingegnere aeronautico e pioniere
dell’aviazione italiana Gianni Caproni fonda il Museo
dell'aeronautica Gianni Caproni; è il più antico museo italiano
interamente dedicato all'aviazione e il più antico museo
aziendale a livello nazionale. Sede attuale a Trento-Mattarello.
|
1928
|
L’Italia
conquista il record di lunghezza e durata in volo: 8.000 km in 58
ore e 37’
|
1930
|
Prima
Crociera Atlantica con arrivo a Rio de Janeiro
|
1933
|
Il 10 Aprile 1933, Francesco
Agello a bordo dell’M.C.
72, con motore FIAT AS. 6 da 2500 HP, conquistò il primato
di velocità per idrovolanti sul lago di Garda ad una media di
682,403 km/h.
Il
23/10/1934 Agello migliorò il record portandolo a 709,202
km/h. Record tutt’ora
imbattuto.
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1933
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Crociera
Atlantica (fino a New York e Chicago, ove a Balbo sono consegnate
le chiavi della città)
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1935
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A
Predappio le Industrie Caproni scavano all’interno del rilievo
montuoso dei tunnel vengono scavati due tunnel posti a circa 60
metri di profondità, lunghi più di 120 metri, per un totale di
circa 4000 metri quadri; garantiscono una completa stabilità dei
parametri ambientali, temperatura, umidità e la completa assenza
di disturbi esterni. Abbandonati dopo la guerra, anche a seguito
del fallimento della Caproni, ora, a distanza di 80 anni sono
diventati un centro di ricerca nel campo della fluidodinamica in
particolare della turbolenza, unico al mondo. Il complesso
immobiliare Gallerie Caproni, di proprietà del Ministero della
Difesa, è stato concesso in comodato gratuito all’Università
di Bologna.
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1937
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Il
ten. Mario Pezzi conquista il primato mondiale di altezza
raggiungendo 15.655 metri; l’anno successivo, con un aereo ad
elica, raggiunge 17.083 metri, record ancora imbattuto.
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1937
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Sperimentazione
motori alimentati con gassogeno a legna
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1939
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Trasmissioni
sperimentali televisive all’EIAR (all’avanguardia)
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1942
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Inaugurato
ad Asiago il più potente telescopio d’Europa
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Calamità
naturali
1928
1935
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Il 6 novembre 1928 una devastante
eruzione del vulcano Etna distrusse integralmente la città di
Mascali, lasciando quasi tutti gli abitanti senza casa, senza
terra, senza attività commerciali, senza speranze. Durante le
difficili ore dell’evacuazione Mussolini inviò a Mascali il
Ministro ai Lavori Pubblici Giovanni Giuriati, il quale guidò
personalmente le fasi dell’emergenza che fu gestita con ordine e
disciplina. Fu il primo esempio di gestione moderna delle calamità
naturali. L’evento portò a Mascali i corrispondenti delle più
importanti testate internazionali, dal Washington Post a Le
Figaro.
Dopo
la distruzione, Mussolini in persona promise la rapida
ricostruzione dell’intera cittào. La commissione incaricata per
la ricostruzione - con la supervisione del Governo - suddivise in
diverse aree la nuova cittadina, individuando le zone per la
costruzione privata di nuove abitazioni e zone destinate
all’edilizia popolare (alloggi stabili), questi furono costruiti
nel breve volgere di pochi mesi, dando subito alloggio ai meno
abbienti. E poi, una grande piazza sulla quale si affacciano il
Municipio e la Chiesa Madre in stile rinascimentale, il cimitero,
l’acquedotto, la rete fognaria. Tutto doveva essere rapidamente
ricostruito con efficienza, rapidità ed economicità. I privati
oltre a godere dell’esenzione tributaria totale, furono anche
sovvenzionati economicamente per la ricostruzione delle case. Già
nel 1935 Mascali era integralmente ricostruita.
Un vero e proprio miracolo di efficienza pubblica.
Architettonicamente Mascali è un gioiellino del razionalismo, e
soprattutto, con i suoi quasi 15.000 abitanti è oggi una delle
città di fondazione più grandi di tutto il Sud Italia, un unicum
in tutta la Sicilia.
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1930
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Terremoto del
Vulture
del luglio 1930, avvenuto sempre sulla dorsale appenninica a
rischio, che causò 1404 vittime. Benito
Mussolini,
non appena ebbe notizia del disastro convocò il ministro dei
Lavori Pubblici Araldo di Crollalanza che dispose in poche ore il
trasferimento di tutti gli uffici del Genio
Civile, del
personale tecnico, nella zona. Nella stazione di Roma, su un
binario morto, era sempre in sosta un treno speciale, completo di
materiale di pronto intervento, munito di apparecchiature per
demolizioni e quant’altro necessario per provvedere alle prime
esigenze di soccorso e di assistenza alle popolazioni terremotate.
Per tutto il periodo della ricostruzione Araldo di Crollalanza non
si allontanò mai, dormendo in una vettura del treno speciale che
si spostava da una stazione all’altra per seguire direttamente
le opere di ricostruzione. I lavori iniziarono immediatamente.
Dopo aver assicurato gli attendamenti e la prima assistenza,
furono incaricate numerose imprese edili che prontamente
giunsero sul posto con tutta l’attrezzatura. Lavorando su
schemi di progetti standard si poté dare inizio alla costruzione
di casette a piano terreno di due o tre stanze anti-sismiche, e
nello stesso tempo fu iniziata la riparazione di migliaia di
abitazioni ristrutturabili, in modo da riconsegnarle ai sinistrati
prima dell’arrivo dell’inverno. A soli tre mesi dal sisma, il
28 ottobre 1930, vennero consegnate le prime case. Furono
costruite 3.746 case e riparate 5.190 abitazioni. Mussolini
ringraziò di Crollalanza così: «Lo Stato italiano La ringrazia
non per aver ricostruito in pochi mesi perché era Suo preciso
dovere, ma la ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario
500 mila lire». Le palazzine edificate in questo periodo
resistettero ad un altro importante terremoto, quello
dell’Irpinia, che colpì la stessa area 50 anni dopo.
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Mafia
1925
1929
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Un
altro "grande successo" del regime fu la lotta contro la
mafia. Protagonista di questa impresa fu Cesare Mori, il
cosiddetto "Prefetto di Ferro".
Quando
Mussolini salì al potere trovandosi tra l'altro ad affrontare il
problema del banditismo e della mafia siciliana, gli venne fatto
il nome di Mori. Mussolini disse: "Voglio che sia altrettanto
duro coi mafiosi così come lo è stato coi miei squadristi
bolognesi". “L’autorità dello Stato deve essere
assolutamente, ripeto assolutamente, ristabilita in Sicilia. Se le
leggi attualmente in vigore la ostacoleranno non costituirà un
problema. Noi faremo nuove leggi.” Anche se la mafia non fu
completamente liquidata, essa cadde per così dire “in sonno”.
La ridesteranno i padrini americani tornati nell’isola nel 1943
dopo lo sbarco delle truppe alleate.
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Libia
1926
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Inaugurata
in Libia la concessione Romagna (ha 10.000)
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1937
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Trasferiti 20.000 coloni italiani
assegnando loro: casa di abitazione già arredata, stalle con
bestiame, attrezzature e macchine agricole.
Trovarono
pronti 26 villaggi agricoli: Olivetti, Bianchi, Giordani, Micca,
Tazzoli, Breviglieri, Marconi, Garabulli, Crispi, Corradini,
Garibaldi, Littoriano, Castel Benito, Filzi, Baracca, Maddalena,
Aro, Oberdan, D’Annunzio, Razza, Mameli, Battisti, Berta, Luigi
di Savoia, Gioda. Altri dieci villaggi libici nei quali berberi e
indigeni imparavano dai nostri agricoltori a far fruttare la
terra: El Fager (Alba), Nahima (Deliziosa), Azizia (Profumata),
Nahiba (Risorta), Mansura (Vittoriosa), Chadra (Verde), Zahara
(Fiorita), Gedina (Nuova), Mamhura (Fiorente), El Beida (la
Bianca) già Beda Littoria.
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1937
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I
cavalieri arabi gli offrono la spada dell’Islam
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Etiopia
1935
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Abolizione
della schiavitù
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1935
1941
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Nel 1935,
l'Etiopia appena conquistata dal Fascismo non presentava una rete
stradale degna di questo nome: l'unica via di comunicazione era
infatti una ferrovia a scartamento ridotto, da Gibuti ad Addis
Abeba. Gli sforzi organizzativi e finanziari per la riuscita dei
progetti furono premiati: le oltre 16 milioni di ore di lavoro,
gli oltre 65.000 operai italiani giunti in sede ed i 160.000
indigeni portarono all'Etiopia, alla fine del 1937, oltre 5.500
chilometri di strade rotabili interamente percorribili, oltre a
1.400 km di piste camionabili.
Avevano
trasformato non solo Addis Abeba, ma anche oscuri villaggi in
grandi centri abitati (Dessiè, Harar, Gondar, Dire, Daua).
Alberghi, scuole, fognature, luce elettrica, ristoranti,
collegamenti con altri centri dell’impero, telegrafo, telefono,
porti, stazioni radio, aeroporti, cinematografi e teatri. Crearono
nuovi mercati, numerose scuole per indigeni, e per gli indigeni
crearono: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili
al lavoro, ospedali per la maternità e l’infanzia, lebbrosari.
Quello di Selaclacà: oltre 700 posti letto e un grandioso
istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Crearono imprese
di colonizzazione sotto forme di cooperative finanziate dallo
stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi,
cementifici, oleifici, coltivando più di 75.000 ettari di terra.
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Eritrea
Colonia
italiana dal 1890. L'Eritrea fu la colonia maggiormente
ammodernata: furono costruiti migliaia di km di strade, ponti, la
ferrovia Massaua
-
Asmara
(iniziata già alla fine dell'Ottocento),
le città furono sistemate anche con la creazione di numerosi
quartieri italiani. Fu la colonia con la più forte presenza di
italiani. Nel censimento del 1939 ad Asmara furono censiti 53.000
italiani su una popolazione di 98.000 abitanti.
Tra le grandi opere create nel
quinquennio 1935-40, una che si rese famosa in tutto il mondo per
la sua arditezza: fu la costruzione della teleferica Massaua -
Asmara, iniziata nel 1935 e completata nel marzo del 1937. Aveva
una lunghezza di 71,8 km e, partendo dalla stazione di Massaua,
giungeva, scorrendo quasi in linea retta, alla stazione di
Asmara superando un dislivello di 2.340 metri.
E’ stata la teleferica più lunga
del mondo; copriva una distanza di circa il doppio della
teleferica del Lapland, giudicata oggi la più lunga esistente. Fu
smantellata nel 1941 da parte degli inglesi per vendere ferro e
motori. La velocità della teleferica era di 9 km l’ora e la
capacità era di 30 tonnellate all’ora in ciascun senso, pari a
quella di trenta treni, ma con costi decisamente minori.
L'Eritrea
Italiana entrò a far parte dell'Africa Orientale Italiana
sotto un Governatore
con sede ad Asmara ed un territorio ampliato anche come compenso
per l'aiuto nella conquista dell'Etiopia, dato da parte di oltre
60.000 Ascari
eritrei.
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Somalia
1928
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L’1/3/1928
fu inaugurata (dal Principe di Piemonte Umberto di Savoia) a
Mogadiscio la più grande Cattedrale di tutta l’Africa
Orientale, voluta dal governatore Cesare
Maria de Vecchi di Val Cismon
e intitolata alla Madonna della Consolata: si trovava a due passi
dalla antica Moschea
Arbarucun. Il
reciproco rispetto religioso è provato dalla presenza, in chiesa
dei notabili somali per l’inaugurazione e successivamente. Il 3
marzo, quando Umberto di Savoia venne accolto dal primo Cadì di
Mogadiscio, nella Moschea Giama. Nei nuovi villaggi agricoli o
industriali sorsero numerose nuove chiese: al Villaggio Duca degli
Abruzzi e alle saline Hafrun, dove accanto alle nuove abitazioni
per i lavoratori locali il governo italiano aveva edificato le
moschee.
A Mogadiscio
vennero costruiti decine di edifici di notevole prestigio che
seguivano lo stile razionalista tipico dell’architettura
fascista. Circa 22 mila italiani giunsero in Somalia e
fondarono in pochissimi anni un numero incredibile di aziende
attive in particolare nel settore agricolo, avviando un processo
di esportazione di frutta tropicale (in primis di banane) che
non si arrestò neppure nel primo dopoguerra.
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1930
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Il
“Faro di Mussolini” a Capo Guardafui brilla ancora. Guardafui
«guarda e fuggi», come lo battezzarono i portoghesi nel XVI
secolo, era fin dai tempi dei romani «un covo di pirati e teatro
di naufragi e leggende (...) dove la regina Hatshepsut inviava le
sue navi per procurarsi le spezie e il poeta Arthur Rimbaud
trafficava in armi (...) crocevia delle grandi esplorazioni
dell'Africa Orientale». Nel 1924 il faro cominciò a illuminare
la cruciale rotta sul Corno d'Africa. L'impronta fascista arrivò
nel '30, come riporta il governatore di allora Guido Corni: «Feci
montare la lanterna su di una torre in pietra rossa e dura del
luogo, cerchiata di anelli in cemento armato e recante una scure,
simbolo del littorio, che resterà nei secoli ad indicare, con la
sua viva luce, la via sicura alle navi, che dall'Oriente navigano
verso l'Europa».
Chi si ricorda del
faro è il governatore somalo di questa fetta di Somalia, oggi
regione autonoma del Puntland. Abdulkadir Mohamed è venuto a
Torino per avanzare una proposta senza precedenti: «Potrebbe
diventare un luogo turistico da far visitare agli italiani con un
piccolo villaggio in architettura tipica migiurtina all'esterno e
gli interni dotati di tutti i comfort moderni». A casa nostra la
storia del faro è stata volutamente rimossa e non mancano i
«resistenti» a oltranza, come il sindaco Pd di Ciriè (TO), il
quale voleva sospendere la presentazione del libro «per motivi di
ordine pubblico».
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1936
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con
la fondazione dell’Impero viene redatto il testo “Ordinamento
e Amministrazione dell’Africa Orientale italiana”
dove all’art. 31, dedicato alla questione religiosa si legge:
“Nell’
Africa Orientale Italiana è garantito l’assoluto rispetto delle
religioni. Le istituzioni religiose dei cristiani monofisiti
saranno regolate da leggi speciali e da accordi con le gerarchie
ecclesiastiche.
Ai
musulmani è data piena facoltà in tutto il territorio
dell’Africa Orientale Italiana di ripristinare i loro luoghi di
culto, le loro antiche istituzioni pie e le loro scuole religiose.
Le controversie fra sudditi musulmani saranno giudicate dai Cadi
secondo la legge islamica e le consuetudini locali delle
popolazioni musulmane. È garantito a tutti il rispetto delle
tradizioni locali in quanto non contrastino con l’ordine
pubblico e coi principii generali della civiltà.”
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"IL FARO DI MUSSOLINI" BRILLA ANCORA
Dall'elicottero
della Marina militare impegnato nella missione antipirateria europea
al largo delle coste somale, Alberto Alpozzi, teneva pronta la
macchina fotografica. Una volta arrivati sul Corno d'Africa, il
giovane fotoreporter (e architetto) torinese, non vede i pirati, ma
viene attirato da un enorme fascio littorio, alto venti metri, in
gran parte intatto.
Nel
luglio del 2013 inizia così la storia del suo libro, Il faro di
Mussolini, pubblicato dalla 001 Edizioni, che ha scatenato le ire
della solita sinistra resistenziale. Una «storia avventurosa,
tormentata, sanguinosa e romantica (che) meritava di essere portata
fuori dagli archivi polverosi e proposta al pubblico» scrive Giorgio
Ballario nella prefazione.
Il
faro di 20 metri eretto sul promontorio di capo Guardafui è il più
imponente e dimenticato fascio littorio ancora esistente. In realtà
la prima versione dell'opera, del 1924, senza fascio monumentale, era
dedicata a Francesco Crispi. E solo sei anni dopo venne sostituita
con il simbolo in pietra del fascismo e dell'impero.
Capo
Guardafui, «guarda e fuggi», come lo battezzarono i portoghesi nel
XVI secolo, era fin dai tempi dei romani «un covo di pirati e teatro
di naufragi e leggende (...) dove la regina Hatshepsut inviava le sue
navi per procurarsi le spezie e il poeta Arthur Rimbaud trafficava in
armi (...) crocevia delle grandi esplorazioni dell'Africa Orientale».
La storia del faro iniziò prima della nascita di Mussolini e
proseguì ben dopo la fine della seconda guerra mondiale. I primi a
volerlo sul punto del continente africano che divide il Mar Rosso
dall'Oceano Indiano, furono gli inglesi. Nel 1889 la Migiurtina, la
regione più a nord della Somalia, divenne protettorato del Regno
d'Italia. Mancanza di fondi, scandali, timori di Londra ritardarono
la costruzione del faro fino a dopo la prima guerra mondiale. Il 5
aprile del '24 il faro cominciò finalmente a illuminare la cruciale
rotta sul Corno d'Africa. Il governatore italiano della Migiurtina
era Cesare Maria de Vecchi di Val Cismon.
Nel
'26 ben 500 somali attaccarono il presidio italiano e il capitano
Alessandro Gatti si immolò trascinando nel vittorioso contrattacco i
suoi 40 ascari. L'impronta fascista arrivò nel '30, come riporta il
governatore di allora Guido Corni: «Feci montare la lanterna su di
una torre in pietra rossa e dura del luogo, cerchiata di anelli in
cemento armato e recante una scure, simbolo del littorio, che resterà
nei secoli ad indicare, con la sua viva luce, la via sicura alle
navi, che dall'Oriente navigano verso l'Europa».
Nella
seconda guerra mondiale gli inglesi, dopo aver sbaragliato gli
italiani, non abbatterono il faro di Mussolini. E restò acceso anche
negli anni '50, durante l'amministrazione fiduciaria italiana.
L'ultimo suo guardiano è stato Antonio Selvaggi, soprannominato «il
principe di Guardafui». «Piccole e grandi storie - scrive l'autore
- poi dimenticate da una nazione che troppo spesso tende ad
archiviare e a voler rimuovere l'ingegno, l'intraprendenza e la buona
fede dei suoi cittadini».
Chi
se ne ricorda è il governatore somalo di questa fetta di Somalia,
oggi regione autonoma del Puntland. Abdulkadir Mohamed è venuto a
Torino per avanzare una proposta senza precedenti: «Potrebbe
diventare un luogo turistico da far visitare agli italiani con un
piccolo villaggio in architettura tipica migiurtina all'esterno e gli
interni dotati di tutti i comfort moderni». A casa nostra la storia
del faro è stata volutamente rimossa e non mancano i «resistenti»
a oltranza, come il sindaco Pd di Ciriè, in provincia di Torino, il
quale voleva sospendere la presentazione del libro «per motivi di
ordine pubblico». Il Giornale 20/11/2015
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Si ritorna ...........
Si ritorna nell'agone politico, malgrado l'età e grazie al superamento di problemi di salute personale. Si ritorna perché l'ip...

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